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Tariffa sociale per l'acqua: ora si paga in base al reddito

Un'idea per aiutare chi guadagna meno. Ma così si premiano gli evasori e si penalizzano i dipendenti

Francesca Canelli
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Mentre si pensa a una tassa sulla prima casa che vada in base al reddito, arriva l'approvazione di una tariffa sociale per l'acqua, che assicura agli utenti a basso reddito l'accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua necessaria al soddisfacimento dei bisogni fondamentali. Un passo avanti? Se si contano solo le intenzioni, sì. Ma rimane il fatto che in Italia a dichiarare di più sono pensionati e lavoratori dipendenti, mentre cresce il numero di evasori. La tassa è prevista dall'articolo 26 del decreto legge Ambiente, collegato alla legge di stabilità e approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. Sarà poi direttamente l'ente per l'energia elettrica e il gas a stabilire le condizioni tariffarie agevolate, mentre la sostenibilità dell'intervento e la copertura dei relativi costi verrà coperta da un'apposita componente tariffaria in capo alle utenze non agevolate, ovvero a chi non usufruisce di sconti. "Per prima volta è stata introdotta una tariffa sociale per l'acqua" ha detto il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. Per Orlando si tratta di una "prima risposta al messaggio politico venuto dal referendum, recependo quelle indicazioni". Conclude: "Non si può lasciare all' azienda la facoltà di decidere del distacco dell'acqua. Bisogna garantire procedure vista la specificità del bene acqua, che è un bene fondamentale per la vita umana".

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