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Ilva, ci pensa Matteo Renzi: il leader di Italia Viva ripropone la cordata Arvedi, Jindal, Delfin e CDP

Caterina Spinelli
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Matteo Renzi è il vero manovratore di questo governo. Anche il caso ex Ilva potrebbe comprendere il suo zampino. Dopo l'addio di ArcelorMittal allo stabilimento di Taranto, sul tavolo di Giuseppe Conte e, più in generale dei giallo-rossi, compare una patata assai bollente. Se il colosso industriale dovesse tirarsi indietro appellandosi alla mancanza dello scudo penale (l'immunità pena collegata all'attuazione del piano ambientale), in 10mila perderebbero il posto di lavoro. E così ci pensa il leader di Italia Viva. Leggi anche: Ilva, ArcelorMittal lascia Taranto: "Recesso giustificato" Proprio lui potrebbe riportare in auge la vecchia cordata che a suo tempo contese lo stabilimento di Taranto ad ArcelorMittal: Arvedi, Jindal, Delfin e Cassa Depositi e prestiti. Grande sponsor sin dalla prima ora di Arvedi e soci,  Renzi ha parlato anche con il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Questo però non basta a chiarire le mosse future, perché da una parte c'è il premier intenzionato a rivedere lo scudo penale, dall'altra Luigi Di Maio, che già aveva promesso di chiudere lo stabilimento, convinto che quello dello scudo fosse un privilegio illegittimo.

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