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Immigrazione, Corte Ue: "L'accoglienza ai soggetti violenti non va revocata", un pericoloso precedente

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La Corte di giustizia Ue è stata chiamata ad esprimersi su un caso che ha coinvolto un cittadino afghano richiedente asilo in Belgio. Zubaur Haqbin è stato espulso dal centro di accoglienza belga per 15 giorni, a seguito di violente liti con altri richiedenti asilo di diverse etnie. I legali del cittadino afghano avevano denunciato l'espulsione temporanea ai Tribunali del Belgio, i quali hanno tempestivamente operato un rinvio pregiudiziale davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Leggi anche: Immigrazione, "patto segreto tra Malta e guardia costiera libica": come dribblano le regole La Corte si è dunque pronunciata sulla legittimità dell'atto delle autorità belga e sugli eventuali conflitti con il diritto dell'Unione. "Gli Stati membri hanno l'obbligo di assicurare in modo permanente e senza interruzioni un tenore di vita dignitoso e che le autorità incaricate dell'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale devono assicurare, in modo regolato e sotto la propria responsabilità, un accesso alle condizioni di accoglienza idoneo a garantire tale tenore di vita", afferma la sentenza. La Corte ha ritenuto incompatibile l'espulsione con il diritto dell'Unione, con l'aggravante che "Haqbin ha trascorso le notti in un parco a Bruxelles e presso amici [...] e sanzioni del genere non possono essere inflitte al minore non accompagnato". La sentenza fa discutere, perché la Corte non ha minimamente tenuto conto della motivazione che ha spinto le autorità belga all'espulsione: tensione etnica all'interno del centro creata da violenza fisica e verbale. Un pericoloso precedente, dato che adesso i migranti minori ospitati nei centri d'accoglienza potrebbero comportarsi come il migrante afghano, con il benestare delle toghe di Bruxelles.

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