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Pensioni, adeguamento all'inflazione e quattordicesima. Il retroscena: le mosse del governo

Giulio Bucchi
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Il governo rischia di venir travolto dai pensionati e corre ai ripari. La protesta al Circo Massimo organizzata dai sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil contro la mini-rivalutazione beffa degli assegni in manovra (meno di 50 centesimi al mese) potrebbe sortire qualche frutto: "fonti della maggioranza - rivela il Messaggero - spiegano che il governo sta mettendo a punto una serie di emendamenti utili per correggere il capitolo previdenziale presente in manovra". Una prima ipotesi, si legge, "prevede un potenziamento dell'adeguamento all'inflazione per gli assegni fino a 5 volte minimo (all'incirca tra i 1.500 e i 2.500 euro mensili)", che potrebbe far crescere l'attuale percentuale del 77 per cento.  Leggi anche: "Pensioni e lavoro". Senaldi, perché il futuro dell'Italia è a rischio L'altra strada è quella che porta a un aumento degli assegni più bassi, allargando "la platea di pensionati che incassano la quattordicesima. Sono 5,8 milioni con redditi inferiori a mille euro al mese titolati a godere di questo trattamento e per loro si spendono circa 40 miliardi pari al 13,7% della spesa complessiva". Una opzione suggerita già da Spi-Cgil, che chiede uno sforzo per far lievitare gli assegni fino a 1.500. Ma le casse sono mezze vuote e la scelta più probabile è quella di estendere la quattordicesima a chi gode di un trattamento fino a quota 1.100 euro.

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