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Liguria, viadotto crollato: "La tratta è ok". Sette giorni dopo, la tragedia sfiorata

Maria Pezzi
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Nessuna vittima, ma tanta paura. E numerose polemiche. Il crollo del viadotto sulla Savona-Torino ci ha riportati indietro di 15 mesi. Al disastro del ponte Morandi di Genova. Nessuno se lo sarebbe mai immaginato. Sulla fatalità punta anche il gruppo Gavio che gestisce l' autostrada A6: la frana che ha investito il viadotto "Madonna del Monte" è un evento «da considerarsi imprevisto e imprevedibile». L' Autostrada dei Fiori sottolinea che «domenica si è verificato un movimento franoso di significativa rilevanza, dell' ordine di circa 20.000/30.000 metri cubi, in una zona classificata come a scarso rischio geologico e non di pertinenza della società concessionaria». L' ammasso franoso, composto da detriti ed alberi di grandi dimensioni, aveva raggiunto velocità molto elevate, comprese tra 10 e 20 metri al secondo. «Tale massa - spiega ancora la società - ha investito con elevata quantità di energia una pila del ponte costituita da 4 colonne con collegamenti orizzontali. Venendo a mancare il supporto verticale per una delle due campate, la stessa è crollata con un movimento rotatorio nella direzione di scorrimento della frana». Insomma, dall' Autostrada dei Fiori danno la colpa alla sfortuna, figlia di maltempo e tanta pioggia. Bene, però una settimana fa sul Sole24Ore la Sias, ovvero la holding della famiglia Gavio che gestisce oltre 4500 chilometri di autostrade nel mondo, si vantava della propria capacità di prevenire praticamente qualsiasi evento avverso. Approccio industriale Umberto Tosoni, amministratore delegato di Sias, sottolineava come «il gruppo Gavio ha da sempre avuto un approccio industriale al tema della sicurezza e su controlli e monitoraggio delle infrastrutture siamo in pista già da molti anni». Nell' articolo del quotidiano di Confindustria si parlava proprio della Torino-Savona, tra i collegamenti a più alta densità di viadotti in Italia: 130 chilometri di tratta e 210 cavalcavia. Proprio in questa porzione di rete autostradale la società concessionaria ha messo a punto un sistema di monitoraggio delle infrastrutture insieme alla Sacertis, società di ingegneria civile specializzata nello sviluppo di sistemi per la sicurezza. Ci sono 3mila sensori posizionati lungo una ventina di viadotti della Torino-Savona e di altre arterie del gruppo, che prevede una copertura a tappeto. «Sulla sola A6 abbiamo investito per la sicurezza 270 milioni», spiegava Tosoni che ha anche descritto il sistema di controlli indipendenti basato su tre livelli di validazione da parte di tre società autonome, a cui da due anni si è affiancato il lavoro con la Sacertis. «Abbiamo affinato, sul campo, un modello che ci dà ottimi risultati e permette di vedere come si comporta in tempo reale una infrastruttura, come è variata rispetto ad una certa programmazione e se è stata sottoposta a uno stress. Abbiamo messo a servizio delle infrastrutture - puntualizzavano Andrea Cuomo, cofondatore di Sacertis, e Tosoni - una intelligenza capace di comprendere da parametri rilevati da sensori lo stato di salute del manufatto e programmare interventi in chiave predittiva». Predittiva? La frana però non è stata prevista... Per approfondire leggi anche: Liguria, lo sfogo di Toti Il sistema di misura si basa sull' utilizzo - raccontava ancora Il Sole24Ore - di un dispositivo dotato di sensori per rilevare movimenti, temperatura, carichi e un processore, con centraline a ridosso dei singoli viadotti. Sulla Torino-Savona la società negli ultimi anni ne ha demolito e ricostruito tre e adeguato oltre 20 strutture. Anac delusa Tutto bene, come mai però, malgrado la richiesta dell' Autorità Anti-corruzione, l' Autostrada dei Fiori non ha rivelato la spesa della manutenzione? A luglio l' Anac, l' organo nato con Raffaele Cantone alla guida, diffuse un documento riguardante gli esiti dell' indagine conoscitiva sui concessionari autostradali che avevano realizzato una percentuale di investimenti inferiore al 90% di quelli previsti. Fra queste c' era «la Torino-Savona negli anni 2015 e 2016». La società, come detto, non ha voluto rispondere in merito. Tuttavia, stando all' ultima relazione disponibile al Ministero delle Infrastrutture, questo tratto della A6 è rimasto (nel periodo 2008-2017) a un 65% scarso di attuazione degli investimenti a consuntivo rispetto al piano economico finanziario. In compenso il pedaggio - nel periodo 2009-2018 - ha registrato un incremento del 14,89% per il 9,37% determinato dall' inflazione. A febbraio la procura di Savona ha aperto un' inchiesta sulla manutenzione dei viadotti dell' A6, su segnalazione - con foto eloquenti - di un ingegnere a capo di un comitato locale. Nessun indagato finora. Giornata nera infine in Borsa per il gruppo Gavio. I titoli della scuderia, Sias e Astm, hanno perso intorno al 2%. Niente di drammatico, però serviranno 4 mesi per ricostruire il cavalcavia crollato. Speriamo serva meno tempo per tappare la voragine formatasi sull' A21 vicino ad Asti. di Giuliano Zulin

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