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Papa Francesco, Urbi et Orbi a Natale: "Immigrati, muri di indifferenza"

Davide Locano
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Anche il discorso di mezzogiorno, l'Urbi et Orbi di Papa Francesco nel giorno di Natale, ha un sapore politico. Il Pontefice parla di migranti: "Ci sono tenebre nei cuori umani, ma più grande è la luce di Cristo. Ci sono tenebre nelle relazioni personali, familiari, sociali, ma più grande è la luce di Cristo. Ci sono tenebre nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici, ma più grande è la luce di Cristo", afferma il Pontefice. Un pensiero di Bergoglio è rivolto ai più piccoli, dunque alle guerre in Medio Oriente, e ancora le rivolte in Sud America. Poi, dalla loggia centrale della Basilia, torna sul tema dei muri e dell'indifferenza: "Il Figlio di Dio, disceso dal Cielo sulla terra, sia difesa e sostegno per quanti, a causa di queste ed altre ingiustizie, devono emigrare nella speranza di una vita sicura. È l'ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri. È l'ingiustizia che li costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani. È l'ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza". Questa la conclusione del messaggio di Francesco, dedicato alle migrazioni forzate, parole che ichiamano ciò che ha detto pochi giorni fa nel ricevere, in Vaticano, alcuni profughi portati da Krajewski a Roma dal campo Moria dell'isola di Lesbo.

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