Cerca
Logo
Cerca
+

Cimini a La Zanzara: "Berlusconi e Ruby? Indagato perché politico. In Tribunale a Milano anche le toghe fanno sesso"

Ruby Rubacuori

Lo storico ex cronista di giudiziaria dice la sua sul processo Bunga bunga: "Un obbrobrio, i reati penali non ci sono. E tra pm e giudici accade di tutto"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Il bunga bunga al Tribunale di Milano. "Anche oggi lì si fa sesso. Come negli ospedali, succede di tutto. Sono luoghi di grande sofferenza. E nei luoghi di sofferenza quelle cose lì si fanno. Lo fanno anche i magistrati, tutti. Sono uomini e l'uomo non è di legno. Ma è normale, di che cosa vi scandalizzate?". Parola di Frank Cimini, storico cronista di giudiziaria (il manifesto, il Mattino) andato in pensione dopo 35 anni di onorato servizio, gomito a gomito con le toghe milanesi. Intervistato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo a La Zanzara, su Radio24, il vulcanico Frank non si è trattenuto spifferando qualche retroscena piccante sulle aule del Palazzaccio milanese e non rinunciando a un giudizio piuttosto caustico sul grande "nemico" dei magistrati meneghini, quel Silvio Berlusconi finito spesso al centro delle loro indagini per questioni di soldi e di sesso.  "Processo Ruby? Un obbrobrio" - Naturalmente, al di là di condanne, prescrizioni e assoluzioni, il processo più chiacchierato, mediaticamente dirompente e non ancora concluso è quello Ruby. "Una volta ho detto a Bruti Liberati che quello di Ruby era un processo per un pelo di fica", spiega Cimini. "Come dice un mio amico magistrato, l'80% delle inchieste contro Berlusconi sono fondate ma poi c'è un 20% di iniziative giudiziarie che dimostrano che c'è l'accanimento", attacca l'ex cronista. "La condanna penale per Mediaset e la condanna in sede civile per Mondadori sono sacrosante - precisa - ma il processo Ruby è un obbrobrio. Se non ci fosse stato Berlusconi di mezzo, quell'indagine sulla prostituzione minorile non l'avrebbero neanche fatta". Detto che, secondo il barbuto e scapigliato Frank, "in un Paese normale un capo di governo che fa quella telefonata in Questura deve sparire dalla vita pubblica per sempre", "il reato penale non c'è, come non c'è quello di prostituzione minorile". "Berlusconi ha ragione ma dice str..." - E allora, perché Berlusconi c'ha rimesso le penne politicamente, senza contare che in primo grado è stato condananto a 7 anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici? Forse proprio perché il Cavaliere nel 1993/94 scelse di scendere in campo. "Tutti i grandi imprenditori coinvolti da Mani pulite - spiega Cimini - alla fine sono stati salvati dalle Procure, non solo da quella di Milano, a scapito dei politici. L'unico grande imprenditore italiano su cui sono stati fatti degli approfondimenti di indagine per usare un eufemismo è Berlusconi, ma perché si è messo a fare politica. Però altri che facevano politica non in prima persona, come la Fiat e De Benedetti, se la sono cavata alla grande. I loro giornali hanno appoggiato Mani pulite perché c'era un do ut des. Perché i loro editori che non erano e non sono certo editori puri, avevano degli scheletri nell'armadio su cui non si è indagato". Ha quindi ragione, l'ex premier, quando parla di persecuzione delle toghe ai suoi danni? "Magistratura Democratica odia Berlusconi, su questo lui ha ragione - conclude l'ospite de La Zanzara -. Però su Md vicina alle Brigate Rosse Berlusconi dice delle grandissime stronzate perché non conosce la storia. La stragrande maggioranza di Magistratura democratica ai tempi del terrorismo era forcaiola. Quindi Berlusconi non sa nulla. E' un ignorante".  

Dai blog