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Il parroco agli immigrati:

riprendete ciò che rubammo

Michelangelo Bonessa
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“Non voglio fare la guerra a nessuno, cerco solodi svolgere bene la mia missione, che è quella di far riflettere le persone sulmessaggio del Vangelo”. Don Matteo Ragazzo, il parroco di Cà Onorai diCittadella, non vorrà fare la guerra a nessuno, ma le sue parole sono come unabomba a mano: “Se abitassi in Africa - ha scritto in una lettera sul bollettinovicariale di settembre -, verrei in Europa a riprendermi almeno in parte quelloche l'Europa e le multinazionali hanno rubato e stanno rubando nel mio Paese. Ese trovassi leggi, ordinanze o decreti che tentano di fermarmi non mispaventerei, perché anche io come te, ho il diritto di dare un futuro ai mieifigli e alla mia famiglia”. Un messaggio chiaro e forte contro la politica direspingimento degli immigrati del ministro leghista Roberto Maroni. Don Matteo afferma di essere pronto a qualunqueconseguenza per le sue parole, anche ad essere trasferito. E la cosa nonstupirebbe visto le bombe che lancia per iscritto sulla vita quotidiana di chi coni ‘giusti' africani deve confrontarsi anche sul mondo del lavoro. “La cosapeggiore che ora potrebbe succedere è che nella mia parrocchia si creinofazioni pro parroco-anti parroco. In questo caso non sarei più in grado disvolgere la mia funzione e sarei io a chiedere di andarmene. Nonostante ilgrande affetto che mi lega ai miei parrocchiani”.

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