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Gestire immigrati rende 500 milioni l’anno

di Ignazio Stagno domenica 7 dicembre 2014

3' di lettura

Gli sbarchi sono un business e «rendono più del traffico di droga» secondo Salvatore Buzzi, l’imprenditore di una Coop rossa intercettato (e arrestato) nell’inchiesta sulla Roma ostaggio di mafia e affari. Ha ragione. Grazie ai finanziamenti da 35 euro al dì per ogni immigrato, i 138.795 stranieri approdati nel Belpaese al primo di ottobre hanno fruttato più di 400 milioni in dieci mesi. Netti. E che potranno schizzare verso quota 500 per la fine dell’anno. Libero ne aveva parlato lo scorso settembre. Avevamo spulciato i documenti ufficiali delle prefetture (che spiegavano le modalità per accogliere gli stranieri, con relative coperture economiche) verificando i prezzi medi per analoghi servizi e intervistando alcuni dipendenti di cooperative in prima linea nell’accoglienza. Risultato. Come minimo, chi apre le porte di un hotel o di un’altra struttura a un immigrato si mette in tasca una decina di euro puliti. Al giorno. Ma solo nel peggiore dei casi. Perché è molto facile far lievitare la cifra. Basterebbe, per esempio, prendersi in carico minorenni non accompagnati. Per i quali lo Stato mette sul piatto 45 euro anziché i circa 35 erogati per i maggiorenni. Chi accoglie profughi deve garantire un servizio per 7 giorni su 7. E offrire colazione, pranzo e cena. Con menu «non in contrasto con i principi e le abitudini degli ospiti», che magari sono islamici e non mangiano maiale. Il tutto sarà apparecchiato «con adeguato materiale» ovvero posate e tovaglie. Ai nuovi arrivati vanno forniti un materasso e lenzuola. E poi vestiti, prodotti per l’igiene personale, un pocket money da 2,50 euro al giorno più una ricarica telefonica da 15 euro ma solo al momento dell’arrivo. A ciò si aggiungono le lezioni di italiano e gli approfondimenti sulle leggi che li riguardano. Per verificare i costi, Libero aveva approfondito quelli sostenuti da alcuni comuni e aziende ospedaliere per servizi simili. Un pasto scolastico o nelle mense delle cliniche costa mediamente 4 euro. Significa che un’alimentazione completa può essere fornita a 12 euro (stando larghi). Aggiungiamo subito i 2,50 fissi al giorno e sommiamo un paio di euro per i prodotti di igiene personale (schiuma da barba, sapone, spazzolino, rasoi). Quanto possono costare delle lenzuola, tra acquisto e lavaggi? Un ospedale lombardo che avevamo contattato sborsa per paziente 4,30 euro al giorno - coperte comprese - a cui si aggiungono 0,57 centesimi per i materassi. Inutile dire che non tutti i giorni si acquistano o si cambiano materassi e lenzuola: un conto sono le persone «normali», un altro quelle ricoverate. Quindi si può ipotizzare un altro euro per profugo. Poi ci sono i vestiti. Detto che molte associazioni attingono dalla beneficenza, è ancora l’azienda ospedaliera ad aiutarci. Per le divise di medici e infermieri sborsa poco più di un euro al giorno. Che diventano 52 centesimi per le calzature. Si può immaginare - stando larghissimi - un investimento di 2 euro e mezzo a richiedente asilo (75 euro di spesa mensile). Restano i costi di gestione, cioè corrente, riscaldamento e così via. Ipotizziamo 5 euro ogni 24 ore, a testa? Sommando le nostre cifre teoriche arriviamo a 25 euro per immigrato. Cioè 10 euro di guadagno, che diventano 20 in caso di minorenne non accompagnato. Non abbiamo calcolato tutto, perché mancano altri servizi come le lezioni di lingua tenute dagli operatori. Occhio però. Ci sono una serie di differenze e di ipotesi alternative. Alcune associazioni, per esempio quelle religiose, fanno ampio ricorso a volontari (che quindi non costano), alla beneficenza per cibo e vestiti e utilizzano strutture di proprietà per accogliere gli immigrati. In alcuni casi, per gli alimenti vengono siglate alcune convenzioni. Che solitamente sono poco costose. Anche perché chi viene da certe zone del mondo, per esempio l’Africa, si accontenta di un menu molto scarno rispetto alle abitudini europee. Esempio concreto. Colazione con latte e biscotti. Pranzo con riso, sugo di pomodoro e una fettina di carne. Cena a base di riso. Roba da 8,40 euro al dì, secondo un caso che avevamo verificato. C’è da ricordare, poi, che chi afferma di scappare da guerre o persecuzioni ha il pieno diritto di girare in Italia come e quando vuole. Ecco perché queste persone possono far perdere le tracce dalla sera alla mattina. E non sempre chi si occupa di loro comunica l’improvviso allontanamento alle prefetture. Col risultato di incassare una cifra senza affrontare la minima spesa. Solo negli ultimi 10 giorni ci sono stati altri 5mila sbarchi. «Rendono più del traffico di droga». di Matteo Pandini

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