Lo scorso 30 gennaio Oriella Cazzanello, 85 anni, aveva deciso di morire in una clinica svizzera, dove l’eutanasia è consentita. Si era fatta accompagnare in macchina a Basilea da un amico, Angelo Tedde, 58 anni, oggi indagato per aiuto al suicidio dopo che alcuni parenti dell’anziana - i quali per giorni non avevano più avuto sue notizie e ne avevano denunciato la scomparsa ai carabinieri - hanno chiesto alle autorità di indagare sull’accaduto. Pretendono che venga fatta luce sulla vicenda per capire se la scelta di sottoporsi alla «dolce morte», così come viene chiamata, sia stata condizionata da quell’uomo di 27 anni più giovane con l’intento di impossessarsi della ricca eredità. La storia, di per sé intricata fin dall’inizio, col passare dei giorni sta diventando un vero e proprio giallo. Tedde dal testamento olografo dell’amica ha ereditato circa 800 mila euro tra soldi e titoli. Fino alla lettura da parte del notaio delle ultime volontà della signora - che abitava ad Arzignano, nel Vicentino - aveva continuato a ripetere che Oriella in passato gli aveva detto che gli avrebbe lasciato soltanto un un quadro, un televisore e poco altro. Agli 800 mila euro vanno aggiunte anche due polizze vita che però non potranno essere riscosse, dato che dal momento della sottoscrizione da parte della pensionata al suo decesso sono trascorsi meno di due anni. I parenti della signora invece hanno ricevuto tre appartamenti e alcuni negozi. In un primo momento pareva che Oriella non avesse particolari problemi di salute. Sembrava che la decisione di ricorrere al suicidio assistito fosse stata presa a causa della solitudine e del peso dell’età. Tedde dice di aver provato a dissuaderla fino all’ultimo, ma aggiunge che l’amica non voleva sentire ragioni. Precisa che la dottoressa che ha disposto la «dolce morte», prima di eseguire l’iniezione letale avrebbe registrato una testimonianza video in cui la pensionata affermava di voler morire perché stanca della patologia cronica che la tormentava. Il filmato sarebbe nelle mani delle autorità svizzere. Con l’avvio dell’indagine da parte della magistratura sono emersi però nuovi scenari. La ricostruzione contrasta con la versione del medico di base di Oriella secondo cui la signora, al di là dei normali acciacchi fisici dovuti all’età, godeva di buona salute. Va inoltre aggiunto che l’anziana, stando alla versione dell’amico - un ex portiere d’albergo conosciuto nel 2007 in un hotel di Chiavari (Genova) dove la signora era solita trascorrere l’estate - avrebbe anche detto più volte ai responsabili della struttura svizzera di non avere parenti. Quindi non avrebbe dovuto informare nessuno della sua scelta. Le parole di Tedde vengono confermate dall’associazione Lifecircle di Basilea, secondo cui «la signora Cazzanello disse di non avere alcun parente, che l’ultimo nipote era morto da due anni e che pertanto non c’era nessuno da informare. Si è tenuto conto della capacità di intendere e volere» specifica l’associazione «della durata e della persistenza della richiesta di morire, dell’assoluta mancanza di qualsiasi influenza esterna, oltre alla verifica dei sintomi della malattia descritti dalla paziente». Sempre Lifecircle informa di aver vanamente cercato di convincere l’anziana a continuare a vivere. C’è poi un ulteriore aspetto sul quale gli inquirenti vogliono andare a fondo. Stando a quanto riferito dai parenti, i rapporti con Oriella erano buoni. L’amico invece dipinge un quadro diverso, fatto di incomprensioni e contrasti tra l’85 enne e alcuni familiari. di Alessandro Gonzato
