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Coronavirus, Pier Luigi Lopalco: "Numeri da pandemia, non si vedono gli effetti del contenimento". Il "picco" fra due mesi

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I numeri del coronavirus in Italia sono sconcertanti. "Non si vedono gli effetti delle misure di contenimento", dice Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all'università di Pisa. E "in Cina, dove pure si è usato più vigore, sono servite sei settimane per una inversione di tendenza", aggiunge Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. Che aggiunge: si vede "un certo rallentamento della crescita" nelle zone rosse.  Per questa ragione, continua Lopalco, secondo quanto riporta La Repubblica, "limitare i contatti sociali è l'unico modo per rallentare i contagi", e rallentare i contagi "è l' unico modo per evitare che il virus continui a correre a briglia sciolta e porti gli ospedali al collasso". 

Del resto si tratta di una epidemia mai vista prima. "Stasera avremo 4 mila casi" aveva previsto Lopalco ieri 5 marzo (e infatti in serata erano 3.916). Eppure ci sono delle cifre che spaventano persino gli esperti: "I casi in Italia raddoppiano ogni 2,6 giorni, un numero davvero alto. Siamo di fronte a un virus dal potenziale pandemico". "Siamo di fronte a una epidemia molto veloce", che non risparmierà nessuno, avverte Alessandro Vespignani, docente alla Northeastern University di Boston: "Oggi ci sembra che l' Italia sia più colpita, ma è solo questione di tempo. Presto vedremo curve dall' andamento simile anche in buona parte dell' Europa e negli Usa. Alla fine non ci saranno grandi disparità fra i paesi".

Conclude: "Il virus resterà una presenza importante almeno per i prossimi due-tre mesi". Poi raggiungeremo "il picco", il momento in cui i contagi rallenteranno e l'epidemia entrerà in fase calante. "Penseremo di esserne usciti. E sbaglieremo", avverte il fisico italiano di Boston.

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