Roma, 12 apr. (Adnkronos) - E' stata accolta da lunghissimi applausi la prima di 'Paradiso', lo spettacolo di danza che chiude la trilogia sulla Divina Commedia ideata da Emiliano Pellisari che con i primi spettacoli ('Inferno' e 'Cantica II') ha stupito e meravigliato negli ultimi tre anni il pubblico di tutta Italia. Lo spettacolo, dopo un anno e mezzo di preparazione, ha debuttato ieri sera al Teatro Olimpico come quarto e ultimo appuntamento del Festival Internazionale della Danza 2012 dell'Accademia Filarmonica Romana e Teatro Olimpico, e sara' in scena fino a domenica 22 aprile. 'Paradiso' e' formato da tredici quadri, tredici idee originali che sapranno ancora una volta portare con la mente lo spettatore ai confini della pura astrazione. ''Se in Inferno i corpi nudi dei danzatori sono stati i protagonisti e in Cantica II i costumi e le attrezzerie di scena hanno offerto la chiave simbolica per interpretare il pensiero dantesco - racconta Emiliano Pellisari -, in Paradiso saranno veri e propri quadri viventi ispirati alla pittura contemporanea a fornire la chiave interpretativa della filosofia di Dante. Nel Paradiso i non-luoghi e i non-personaggi, spazi eterei ed essenze luminose, offrono un codice spazio-temporale astratto che forse soltanto la forza concettuale dell'arte contemporanea puo' rappresentare''. La complessita' teorica dell'universo dantesco descritto nella terza cantica si scioglie in un mondo colorato e astratto. I pianeti - che nella cosmologia di Dante sono elementi strutturanti del Paradiso, in quanto i cieli in cui sono collocati rappresentano i luoghi dell'ascesa verso l'Empireo - sono rappresentati attraverso enormi sfere in cui si intravedono solo le teste sospese dei danzatori, a simboleggiare le intelligenze motrici della cosmologia dantesca, come in una magia surrealista; il celebre Angelo di Dali' si materializza sul palcoscenico e misteriosamente dai cassetti che ne costituiscono il corpo si levano altri angeli; una stanza magica fatta di oggetti e corpi nudi si crea davanti ai nostri occhi, acquistando via via un ordine che simboleggia l'ordine divino che regge tutte le cose. (segue)