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Coronavirus, l'Alto Adige caccia chi non ha la residenza: "Italienisch raus"

Gianluca Veneziani
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Spirito di unità e solidarietà nazionale? Ma quando mai! Qui siamo di fronte ad italiani che cacciano altri italiani dalle proprie regioni, per salvarsi la pelle e lasciare che quegli altri vadano a infettare altrove. Altro che fratelli d' Italia, semmai fratellastri o fratelli coltelli.

La Provincia autonoma di Bolzano ha appena emesso un' ordinanza con cui impone «ai turisti, ospiti, villeggianti e tutte le altre persone presenti sul territorio provinciale che non hanno la propria residenza in Alto Adige, di rientrare alla propria residenza, affinché possano eventualmente beneficiare delle prestazioni dei propri medici di base o pediatri di libera scelta».

TOLLERANZA ZERO
Tradotto, significa che chi non ha la residenza in Alto Adige deve fare le valigie e smammare e andare a farsi curare eventualmente da un' altra parte. Gli altoatesini duri e puri, nati e cresciuti lì, non vogliono intrusi: parliamo, in realtà, di persone che magari non stanno lì solo in vacanza, ma hanno il domicilio da tempo in Sud Tirolo, lavoratori stagionali, pensionati con seconda casa Ebbene, tutti costoro sono sgraditi alla "tollerante" e "solidale" Provincia di Bolzano.

Questa scelta nasce evidentemente dalla volontà di tutelarsi, dalla logica cinica del "meno siamo, meno ci contagiamo". Ma non tiene conto, nel proprio egoismo, che ciò significa mandare in giro per l' Italia persone potenzialmente infette, favorire la mobilità che ora è la migliore alleata del virus.

Una scelta sadica, in un' ottica nazionale. Altro è ciò che hanno fatto ad esempio regioni come Valle d' Aosta e Sicilia. La prima ha «vietato l' ingresso nel territorio valdostano» ai non residenti, a chi che in quella regione ha solo il domicilio o una seconda casa: fare questo non significa tutelare solo i valdostani, ma anche le persone che dovrebbero spostarsi per arrivare lì. È un invito coerente con l' idea del "Restiamo a casa".

Allo stesso modo ha senso l' idea della Sicilia di bloccare tutte le comunicazioni con il "Continente", fatta eccezione per due voli e un treno giornalieri da Roma: i numeri dei siciliani tornati a casa da quando è esplosa l' emergenza, oltre 30mila, hanno dettato al governatore una misura drastica che impone anche a chi ha residenza in Sicilia di restare nelle regioni dove vive e lavora.

SENZA SENSO
L'atteggiamento dell' Alto Adige è invece irresponsabile tanto quanto la scelta di quei cittadini che hanno preso i treni nottetempo e sono tornati da Nord a Sud. Con la differenza che, in quest' ultimo caso, si trattava della decisione individuale di molti cretini, nell' altro della misura adottata da un' istituzione. Che, in teoria, dovrebbe ragionare in una prospettiva mirata al bene pubblico.

Comunque sia, la decisione della Provincia di Bolzano, oltre a dimostrare carenza di buon senso e di amore per l' Italia (ma questo non sorprende, da quelle parti), è la conferma di come - anche per via di una certa vaghezza e di alcune ingenuità presenti nei decreti del governo - ogni regione si stia muovendo per conto proprio, emettendo ordinanze pro domo sua: unite sì, ma in ordine sparso.

La verità è che il dilagare del Coronavirus ha fatto accentuare in Italia l' interesse per il "particulare": cioè, ognuno pensa a se stesso. E così, oltre ad aver causato un' emergenza sanitaria e ad aver piegato l' economia, il virus sta avendo due altri effetti: sta spaccando l' Europa, determinando il ritorno dei confini, e sta dilaniando l' Italia, rompendo ogni senso di comunità nazionale. Poi, certo, andremo a esibire i tricolori e a fingerci patrioti sui balconi.

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