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Coronavirus, supermercati con l'orario ridotto: gli esperti temono l'effetto contrario, favoriscono il contagio?

Azzurra Barbuto
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«Se riduciamo un po' gli orari dei supermercati non succede nulla», ha dichiarato qualche giorno fa il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia. L' idea ventilata dal BisConte è quella di chiudere i supermarket nella fine settimana o almeno la domenica, oppure di lasciarli aperti nei giorni festivi non più fino alle 19-20, bensì al massimo fino alle ore 15. La ratio di questa scelta risiederebbe nella necessità di limitare il più possibile il contagio, evitando che la gente esca di casa nonché gli assembramenti. Tuttavia, codesto provvedimento potrebbe rivelarsi facilmente controproducente.

Insomma, qui si rischia di ottenere l'effetto opposto rispetto a quello perseguito. Infatti, qualora questa ulteriore misura restrittiva venisse adottata si creerebbe maggior ressa davanti ai negozi di alimentari. Per scongiurare questo pericolo in Corea del Sud, al fine di contrastare la diffusione dell'epidemia, non si è optato per il restringimento, bensì per l'ampliamento degli orari dei super, che restano fruibili h24 senza la presenza del personale e con le sole casse automatiche attive. Laggiù si ricorre alla tecnologia e al monitoraggio degli infetti (tutti i cittadini sono stati sottoposti all'esame del tampone), ai quali è vietato l'accesso agli ipermercati; dalle nostre parti, invece, si predilige abbassare le saracinesche e ciao.

Adesso gli italiani possono fare compere 7 giorni su 7, in alcuni grandi magazzini addirittura 24 ore su 24, e nonostante ciò chiunque intenda rifornirsi di beni di prima necessità è costretto ogni dì (domeniche incluse) da settimane a stare in coda a lungo prima di potere varcare la soglia del supermarket, dato che non è consentito l'accesso a più di un tot di avventori contemporaneamente.

FILE PIÙ LUNGHE
Immaginiamo cosa succederebbe se questa massa di clienti, la quale non può rinunciare all'acquisto di certi prodotti, si concentrasse in 5 giorni alla settimana e in determinati orari, più contenuti. Sarebbe il caos totale. Le file si allungherebbero, lieviterebbe l'impazienza delle persone, gli anziani che non hanno nessuno a cui delegare l'improcrastinabile compito di fare la spesa sarebbero obbligati a permanere di più fuori dalla propria abitazione nonché a restare in piedi in attesa del proprio turno, la vicinanza tra gli individui per un arco di tempo superiore accrescerebbe pure il rischio di contagiare e di essere contagiati e riuscire a rincasare con le merci indispensabili nelle buste sarebbe un vero e proprio miracolo, un'impresa impossibile. Ecco perché l'idea dell'esecutivo ci sembra un'idiozia, che ancora una volta sottovaluta le conseguenze negative di ciò che si intende compiere.

Il governo ha decretato che, per non fermare l'Italia, alcune categorie di lavoratori debbano continuare a sgobbare. Sacrosanto! Siamo inclusi in questo mucchio pure noi giornalisti, poiché tanti di noi non possono esimersi dal recarsi in redazione. Bene. Ma, qualora venisse stabilita la chiusura dei supermercati nel weekend, questi soggetti qui quando diavolo potrebbero andare a fare la spesa considerato che nei giorni feriali lavorano? Forse che il governo vuole che sfacchinino e che poi stiano pure a digiuno? Prendiamo il caso di un nucleo familiare in cui sia lui che lei si recano in ufficio, finalmente giunge la domenica e uno dei due, pazientemente, si mette in coda per riuscire a portare a casa l'indispensabile. Con grande sforzo ce la fa.

Ma la settimana successiva trova serrato il supermercato, il frigorifero è vuoto, pure la dispensa, i ristoranti non sono attivi e magari c'è anche un pupo da sfamare e le scorte di omogeneizzati e latte sono state prosciugate. Non c'è speranza di mangiare. E prendiamo pure il caso di un soggetto che viva da solo, condizione in cui si trovano 8,5 milioni di italiani, e che lavorando possa fare acquisti soltanto nei festivi. Costui sarebbe condannato dunque a crepare di fame? Dalla chiusura anticipata dei supermercati nonché dalla riduzione dei loro giorni di apertura deriverebbero solamente ulteriori disagi e disastri, che non possono non essere presi in seria considerazione. Noi andiamo a lavorare. Ma voi permetteteci di fare la spesa anche in tarda serata o nella fine settimana senza che questa operazione diventi ancora più stressante, lunga e faticosa.

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