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Lombardia, quarantena allungata a 28 giorni: Fase 2 e 3 maggio, ecco cosa cambia e per chi

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Del coronavirus sappiamo ancora troppo poco. E in una certa misura lo conferma quanto detto dall’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, il quale ha annunciato sabato 11 aprile una misura destinata ad avere un grande impatto per la ripartenza della Regione durante l’emergenza legata all’epidemia di coronavirus. Nel corso della consueta conferenza stampa del pomeriggio, Gallera ha spiegato: "Sta uscendo una linea guida che prevede che la quarantena duri fino al 3 maggio. Chi è a casa dal lavoro avrà un certificato dal medico di allungamento della quarantena fino al 3 maggio. I 14 giorni servono per vedere se compaiono i sintomi, ma molte persone poi sono ancora positive quindi a garanzia di tutti allunghiamo il periodo. L’idea, poi, è di fissarlo a 28 giorni in via definitiva". E "per noi", si intende "per la Lombardia.

 

Insomma, una doppia decisione. Riguarda chi già è in quarantena perché positivo e chi lo diventerà a seguito di ulteriori controlli. Per i primi il tempo di attesa prima di tornare al lavoro sarà allungato fino al 3 maggio (una data chiave, visto che il giorno dopo, secondo le intenzioni del governo, inizierà la cosiddetta Fase 2); per i secondi, i certificati che garantiranno l’assenza giustificata dal lavoro passeranno da due a 4 settimane. Le ragioni di simile decisione hanno ovviamente a che fare con uno degli aspetti più spinosi del Covid-19: per quanto a lungo si resta positivi e contagiosi? Quando vengono sviluppati gli anticorpi che garantiscono di non cadere in una recidiva e dunque di ammalarsi una seconda volta?

 

Sempre Gallera ha ricordato che "molte persone sono ancora positive" al termine dei 14 giorni stabiliti fino ad ora per la quarantena. Circostanza confermata anche da Massimo Galli, direttore del dipartimento di scienze biomediche e cliniche dell’Ospedale Sacco di Milano. Sempre Galli, interpellato dal Corriere della Sera, rimarcava: "Dobbiamo iniziare a porci una quantità di interrogativi. Effettuare milioni di tamponi è impossibile ma bisogna trovare delle contromisure e delle soluzioni perché pazienti come Politi (la Iena positiva 30 giorno dopo il primo tampone, ndr), completamente asintomatiche o poco sintomatiche ma pienamente positive dopo molti giorni, sono un problema. Adesso che dobbiamo iniziare a pensare a una ripartenza bisogna assolutamente evitare condizioni e situazioni che ci possano mettere nuovamente in grave crisi". Situazioni che sarà difficilissimo gestire o perimetrare.
 

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