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Coronavirus, dopo due mesi arriva la app per l'autocertificazione: Fase 2, la novità imposta da Vittorio Colao

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La prova del fatto che il governo sia in confusione totale arriva da una delle anticipazioni relative alla cosiddetta Fase 2 della gestione dell'emergenza coronavirus. Una delle principali novità a cui sta lavorando la task-force guidata da Vittorio Colao sarebbe infatti una app per gestire le autocertificazioni e geolocalizzare i cittadini, monitorando così gli spostamenti di chi è risultato positivo al coronavirus. Decisione peretta, sacrosanta. Ma sorge un dubbio: ci voleva Colao e una task force per far capire al governo che viviamo nel 2020 e che una app, per l'autocertificazione, era necessaria sin dal principio? Evidentemente sì: altra prova dell'inadeguatezza dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte.

 

L'applicazione, che sarà scaricabile da un sito del governo e sarà disponibile sia per Android sia per iOS, dovrebbe consentire la geolocalizzazione dei cittadini: l'idea è quella di poterla usare per i tracciamenti, proprio come avviene in Corea, per monitorare così con precisione la diffusione del virus. E ancora, la app avrà una sorta di allerta per monitorare gli spostamenti, in particolare quelli degli individui soggetti a restrizioni poiché risultati positivi al virus, e sarà in grado di ricostruire tutti i contatti avuti. Tutto giusto, corretto, lineare. Ma tutto arriva con un enorme, fragoroso, ingiustificabile ritardo

 

Inoltre, si apprende che l'altra novità allo studio della task-force di Colao prevede un allentamento delle restrizioni scaglionato in base alle fasce d'età, così come già si ipotizzava da giorni. Nessuna indiscrezione, ad ora, sugli scaglioni delle fasce d'età in questione.

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