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Napoli, pizzaioli e ristoratori in campo contro la crisi da coronavirus: "Sì alle consegne a domicilio"

Giuliana Covella
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Pizzaioli e ristoratori scendono in campo per continuare a garantire ai napoletani (e non solo) un prodotto di qualità che rappresenta il simbolo della Campania nel mondo: la pizza. Pur rispettando le restrizioni imposte dal Governo per limitare la diffusione del Covid-19, molti gestori e titolari dei locali invocano infatti misure alternative per evitare l’affossamento del settore. Tra questi c’è Paolo Surace (nella foto) del Ristorante Pizzeria Mattozzi a Napoli che, insieme ad altre 400 attività campane, ha partecipato a una raccolta firme e ha fatto richiesta ufficiale alla Regione Campania per consentire l’attività di consegna a domicilio per pizze e cibo cotto. La situazione economica per molte attività è tragica, la FIPE (Federazione italiana pubblici esercizi) Napoli prevede che, nel migliore dei casi, un locale su tre sarà costretto al fallimento per questa prolungata chiusura. Per ora in Campania tutto è rimandato al 3 maggio, quando dovrebbe esserci una graduale riapertura delle attività. Ma per ora sono appunto solo ipotesi, che vanno vagliate di ora in ora in base ai dati diffusi quotidianamente su morti e contagiati per la pandemia. Intanto altre regioni d’Italia stanno consentendo le consegne tramite le agenzie di delivery, «quindi stupisce - si legge in una nota - che la Campania non adotti le stesse politiche, visto anche l’incoraggiante numero di contagi e l’eccellente comportamento dei cittadini campani». E a rilanciare l’appello è Paolo Surace della storica pizzeria Mattozzi di piazza Carità in pieno centro a Napoli: «Chiediamo che il governatore De Luca venga incontro alle migliaia di persone che perderanno il lavoro. Ora viviamo una crisi sanitaria, ma inizia quella economica e dobbiamo unire tutti gli sforzi per limitare i danni. Noi ristoratori siamo pronti e organizzati per garantire il rispetto di ogni regola».

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