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Fase 2, anche il mondo dei night club si prepara a riaprire: rivoluzione a luci rosse

A Parigi spettacoli e spogliarelli al burlesque club nel Virgin Megastore

Michele Focarete
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Accoglienti e discreti la fanno da padrone nelle notti milanesi che scottano. Sono i club privé. Sempre più numerosi e sempre più colmi di clienti senza inibizioni. Al club ci si arriva in tanti modi: per curiosità, perché ci va un amico, per averlo letto su internet. Per vedere da vicino l' effetto che fa. E quando si è dentro in genere si comincia con un drink, poi quattro salti in pista, per concludere la serata nelle "camere del peccato". E a Milano e provincia i frequentatori dei locali privati a luci rosse sono un vero esercito. Arrivano da tutto il nord Italia, per provare l' ebbrezza del proibito. Tutto questo prima della pandemia. Adesso le saracinesche si sono abbassate fino a nuovo ordine. Un danno economico non indifferente, ma soprattutto un colpo al cuore per gli habitué del genere. «Vi ringraziamo per l' affetto dimostrato all' associazione Harem Club», si legge nel sito del locale di Cologno Monzese, il più grande privé italiano e uno tra i più grandi in Europa. «Purtroppo l' attività è sospesa, ma ci rivediamo alla riapertura con tante novità. Ovviamente, prima di poterci riabbracciare, verranno eseguite le operazioni di sanificazione della struttura e dell' area termale perché all' Harem, l' igiene è sempre una priorità».

 

 

Sulla stessa lunghezza d' onda, ma con una riflessione sulle perdite, è Emanuele Cagnazzi, responsabile insieme con Svetlana Baniscevska del FreeLife di Cusago.
«Tutte le associazioni e i locali da ballo», spiega Cagnazzi, «sono entrati in una profonda crisi. Purtroppo, non c' è un piano che tuteli la categoria e dobbiamo pagare l' affitto e le bollette. L' associazione è come una famiglia per cui dobbiamo sostentarci da soli. Ci sono soci volontari che ci danno una mano, magari al bar, mentre i soci frequentatori sono circa 5mila. Avevamo persino pensato di creare uno spazio esterno, con zona piscina, per dare la possibilità ai milanesi di venire qui in vacanza, tra amici.
Ma il virus ci ha tagliato le gambe». Insomma, i club privé, locali in cui coppie e singoli "giocano" attraverso lo scambismo e le pratiche voyeuristiche, vogliono riaprire al più presto.

Ultimamente questi luoghi privati hanno visto una crescita esponenziale. Le stime al ribasso indicano che il 10% delle coppie sessualmente attive sono assidui frequentatori. Vuol dire che una coppia su quattro in Italia ci va: uomini e donne d' ogni età e professione, alla ricerca di quelle emozioni forti che permettono la fuga dalla monogamia.
Anche prive-advisor (il sito di recensioni di club privé e di tutto ciò che è attinente all' eros) promuove la sua personalissima iniziativa di solidarietà per favorire il rilancio dell' economia delle zone rosse colpite dal virus. La scelta, come risulta dalla loro pagina Facebook è quella di «fornire gratuitamente l' iscrizione-pacchetto Vip a club privé, sexy shop, sexy videochat, siti di incontri per adulti che si trovano appunto nelle zone rosse».

Con l' invito ulteriore ai propri follower di condividere il link per rilanciare l' economia italiana anche nel mondo dell' eros, «uno tra i settori con un fatturato di un miliardo annuo che non può essere lasciato indietro» dice Danilo Visconti, cerimoniere del FreeLife, «perché nessun socio si perde per strada. Anzi, quando riapriremo ne avremo di nuovi, viste le continue richieste di iscrizioni. Il mio ruolo? Sono quello che rompe il ghiaccio quando la serata è un tantino sottotono. Sono capace di prendere per un braccio un indeciso e gettarlo in pista a ballare. Oppure faccio da ruffiano tra due che si vogliono conoscere, ma non ne hanno il coraggio». Il meccanismo che garantisce l' autofinanziamento è semplice: la differenza fondamentale è tra chi frequenta come single e chi invece è in coppia.

Nel primo caso la cifra di ingresso si aggira intorno ai 200 euro, comprensiva di un paio di consumazioni. Gli accoppiati, invece, pagano 50 euro in due, sempre consumazione compresa. La tessera per associarsi in genere non costa nulla, ma viene data solo a persone ritenute idonee: serve in pratica per selezionare.
Qui è possibile scambiarsi il partner e spesso ci scappa l' ammucchiata. E tutto in regola con la legge. Infatti, questi locali sono luoghi privati a tutti gli effetti e per organizzare intrattenimenti non è necessario avere la licenza di polizia.

C' è poi uno statuto interno dei soci, che prevede tra l' altro il nudismo e il naturalismo, che va rispettato. Nadia ha 32 anni e in tempi normali è una frequentatrice, insieme con il marito Giacomo. «Ci andavo almeno due volte alla settimana», dice con non celata malinconia, «e poi sono diventata amica di Giorgia, un' insegnante mica male, tutto pepe. Insomma, auguriamoci che aprano in fretta». Anche per Michele M., 48 anni, professione broker, l' imperativo categorico è aprire quanto prima.
Lui è un aficionados del Divina, di via Melchiorre Gioia. «Qui», spiega Michele, facendo suo lo slogan del locale, «con la dovuta classe si può proporre qualunque cosa, ma nessuno è tenuto a fare nulla per forza.
Che aprano subito, perché oltre al contatto con gli amici, mi manca il sesso libero e trasgressivo».

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