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Tangenti sanità, il pm chiede

il rinvio di Fitto e Angelucci

Silvia Tironi
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Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per 78 dei 90 indagati per tangenti nell'ambito della Sanità in Puglia la discussione dell'udienza preliminare a carico, tra gli altri, del ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto (PdL), e dell'editore e imprenditore romano Giampaolo Angelucci. I fatti contestati fanno riferimento al periodo compreso tra il 1999 e il 2005, quando Fitto era presidente della Regione Puglia. All'ex governatore si contestano i reati di associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai partiti. Il reato di corruzione contestato a Fitto ed Angelucci riguarda una presunta tangente di 500mila euro pagata - secondo i pm - da Angelucci al movimento politico creato da Fitto per le regionali dell'aprile 2005, 'La Puglia prima di tutto'. Il danaro fu elargito - sostiene la procura - per ottenere dalla giunta regionale pugliese, nel 2004, l'aggiudicazione dell'appalto settennale da 198 milioni di euro per la gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). Giampaolo Angelucci ha ribadito che il finanziamento nel mirino della Procura è assolutamente regolare e registrato secondo le norme vigenti. Nel procedimento sono imputati anche il presidente e il direttore generale di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola (per corruzione) e Marco Franchini (turbativa d'asta), l'editore salentino Paolo Pagliaro (corruzione), il consigliere regionale Giovanni Copertino (PdL), l'ex assessore regionale di Forza Italia Andrea Silvestri (truffa e turbativa d'asta) e l'ex dg dell'Ares Puglia Mario Morlacco (falso).

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