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Coronavirus, Iolanda Ippolito: "Scandaloso, accusato di femminicidio e ora in libertà. La giustizia non si può fermare così"

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“La Giustizia non si può fermare per il COVID-19”. Così Iolanda Ippolito, criminologa Investigativa e presidente dell’associazione Forum Lex, ha commentato la scarcerazione di Marco Manfrini, accusato dell’omicidio della moglie, Eleonora Perraro, la donna di 43 anni uccisa a botte e morsi la notte del 5 settembre scorso in un bar di Nago-Torbole, in provincia di Trento. All’uomo, secondo quanto riportato dal quotidiano Leggo e dalla madre della vittima nella trasmissione “Chi l’ha visto”, terminerà la pena ai domiciliari, senza braccialetto elettronico, in quanto non sussisterebbe il pericolo di un suo allontanamento in virtù dell’emergenza legata al Coronavirus. “Il Consiglio Superiore della Magistratura – ha evidenziato Ippolito - aveva previsto un monitoraggio della struttura degli uffici giudiziari per verificare la loro adeguatezza all’emergenza posta dal femminicidio e dalla violenza di genere, con l’elaborazione di linee guida per il recepimento e la promozione di best practice volte alla  tempestività dei processi e alla garanzia della tutela dei diritti della persona offesa. Purtroppo, ad oggi, l’emergenza giudiziaria prevista  ha ceduto il passo ad altre linee guida riguardo al rinvio, fissazione e trattazione delle udienze, al solo fine di evitare ogni possibilità di contagio da COVID-19. Nessuno si è preoccupato di studiare apposite linee guida per l’anticontagio dal virus della violenza, inarrestabile e silenzioso”.  “Va ai domiciliari l’unico sospettato, accusato formalmente di omicidio aggravato, un presunto uxoricida, già destinatario di ammonimento orale dal questore, dopo che, pochi giorni prima dell’uccisione, la vittima era finita al pronto soccorso con delle lesioni sul corpo. Un uomo condannato già in passato per violenza sessuale, lesioni e minacce nei confronti della sua ex convivente”. “Un’altra storia, l’ennesima - ha dichiarato Maria Rosaria Palmigiano, psicologa psicoterapeuta, responsabile Forum Lex della Regione Emilia Romagna - nella quale una splendida donna è caduta nella spirale del femminicidio. Un delitto mostruoso, di una ferocia inaudita, uno scenario rabbioso accompagnato da dacnomania (impulso a mordere) e da una mancanza di freni inibitori espressa dalla prolungata reiterazione dei colpi e dall’assoluta mancanza di pietà o remissione  verso la donna.  E chi ha esaminato il corpo, come l’anatomopatologo incaricato dell’autopsia, ha rivelato anche vistose ecchimosi provocate dai polpastrelli che ‘spingono’.  Serve altro per definire questo delitto con l’aggettivo mostruoso? No, aggiungo io, non serve. Un uomo che ha protratto l’agonia della famiglia della vittima, opponendosi più volte alla tumulazione di Eleonora sostenendo che il suo corpo avrebbe rivelato la verità su quanto accaduto” L’indagine è in corso e ora si sta lavorando anche nel ricostruire l’humus psicologico che potrebbe avere scatenato la furia omicida della quale è rimasto vittima anche il fedele Achille, il cane di Eleonora, ucciso barbaramente dopo essere stato colpito con una violenza inaudita agli arti, alla testa e al corpo”. “Mentre la pandemia da Coronavirus è passata ad un a fase 2, la pandemia della violenza non si arresta – hanno concluso le professioniste -. Come è possibile che, a distanza di pochi mesi dalla tragica morte di Eleonora, nella quale, non dimentichiamolo, ci sono aspetti di cannibalismo, all’uomo siano concessi gli arresti domiciliari? Quanto accaduto è inaccettabile”.

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