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Coronavirus, i libri dei virologi: "Quando non sono in tv...", Burioni e Capua aprono la fila. Ma la Gismondo è un caso

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L’epidemia da coronavirus è stata linfa vitale per i virologi, che hanno invaso i palinsesti televisivi con un certo senso di responsabilità dal punto di vista informativo, ma anche con scontri epici senza risparmio di offese. Fondamentalmente ognuno la pensa in modo diverso, al punto da arrivare quasi a stufare gli italiani, che vorrebbero risposte largamente condivise sul virus. L’edizione odierna de Il Giornale affronta il caso dei virologi e sottolinea che, nonostante le tante ospitate in tv, in molti non sono rimasti con le mani in mano: anzi, hanno scritto libri che già affollano gli scaffali.

Il primo è stato Roberto Burioni, che ad inizio marzo ha pubblicato con Luigi Lopalco “Virus”. A seguire Maria Rita Gismondo aveva annunciato il suo “Coronavirus, fake news vere e verità false”: ma il libro sembra sparito nel nulla, come il post che lo lanciava. Ilaria Capua è invece pronta con “L’era del contagio”, che sarà basato sul rapporto con l’ambiente e sullo studio approfondito dei dati. Mancano ancora in tanti all’appello, tra Ricciardi, Tarro, Brusaferro, Galli e Bassetti, tutti volti divenuti noti negli ultimi mesi grazie alla tv: “Non disperate - è il commento de Il Giornale - è soltanto maggio e le librerie hanno appena riaperto”. Facile immaginare che presto ci sarà un’abbondante letteratura sul coronavirus, praticamente in tempo reale. 

 

 

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