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Saluzzo, in Piemonte la nuova Mondragone? Braccianti immigrati contro il governo, paura per un nuovo focolaio di coronavirus

Foto: Lapresse

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Nel cuore delle Langhe, a Saluzzo (Cuneo), un piccolo borgo tra le colline e dominata dal Massiccio del Monviso, sta per scoppiare una nuova Mondragone. 
I militari ci sono  già lo scorso 18 giugno alcune impegnati nella raccolta della frutta a Saluzzo hanno occupato una rotonda stradale, nel centro della città, protestando perché non soddisfatti dell'incontro con le autorità alle quali hanno chiesto una sistemazione in una struttura di accoglienza. I cittadini nel frattempo hanno paura che la mancanza di controlli possano scatenare focolai di infezione da coronavirus.

 

 

 

Sono tutti braccianti africani che arrivano dal Gambia e dal Senegal o dal sud Italia per la raccolta dei mirtilli, si comincia da quella, poi si passa agli altri prodotti di stagione, così ogni anno, ma quest'anno va peggio perché il dormitorio comunale non ha aperto a causa dell'emergenza Covid.

"Nel comparto agroalimentare della zona di Saluzzo, ogni anno, durante la stagione della raccolta, noi lavoratori delle campagne, tutti immigrati, viviamo in condizioni pessime, tra accampamenti informali e soluzioni emergenziali di accoglienza del tutto inadeguate e fortemente limitative delle libertà di chi ci vive - si legge sul comunicato diffuso dal gruppo - Quest’anno, a causa delle misure anti-Covid, non viene garantito nemmeno il progetto di accoglienza stagionale gestito in passato dal Comune".

Si scagliano nel loro manifesto, scritto dai centri sociali, contro il Governo  "anche le vite dei braccianti contano - proseguono - e per questo motivo vogliamo innanzitutto strutture abitative adeguate, nel rispetto delle misure anti-Covid, di cui peraltro il governo si riempie la bocca ormai da anni, parlando di misure anticaporalato e di fine dei ghetti". "Invitiamo tutti coloro che ci vogliono sostenere a partecipare numerosi, ovviamente nel rispetto delle misure anti-Covid: mascherine e distanziamento", concludono.

Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo, ammette non non farcela da solo. «Non è giusto che siano le amministrazioni locali a farsi carico di oneri e rischi sempre più alti,  lo Stato dovrebbe occuparsene, non ci sono misure di alcun genere». 

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