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Immigrazione, il sindaco di Lampedusa scavalca il governo: "Proclamo io lo stato di emergenza"

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Se un governo allo sbando non sa come gestire l'emergenza a Lampedusa, colpita da una sconvolgente raffica di sbarchi di immigrati, ci pensa direttamente il sindaco della città, Totò Martello. Il quale sfodera il pugno di ferro: "È una situazione ormai ingestibile. Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L'hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull'amministrazione comunale e sui lampedusani". Insomma, il sindaco si  dice pronto a scavalcare il governo e Luciana Lamorgese per proclamare in prima persona lo stato d'emergenza. Nell'hotspot dell'isola ora si trovano oltre mille migranti, ovvero dieci volte la capienza massima prevista.

Martello ha poi aggiunto: "Oggi  non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull'isola". Parole pronunciate mentre sulla banchina del porto si trovavano circa 50 clandestini ancora in attesa di capire dove sarebbero stati smistati. Nella notte tra venerdì e sabato 110 immigrati sono stati soccorsi da un mercantile italiano, il Cosmo, mentre altri 70 che viaggiavano su un gommone sono stati intercettati da una motovedetta libica e riportati al punto di partenza. Insomma, una situazione totalmente fuori controllo e per la quale il governo non sta facendo nulla.

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