Cucchi, i medici del carcere:
"Arrivò qui con lesioni gravi"
Quandoarrivò al regina Coeli Stefano Cucchi presentava diverse lesioni gravi. Loriferiscono tre medici dell'istituto penitenziario, due dei quali visitarono ilragazzo il pomeriggio del 16 ottobre, quando fu condotto in prigione. Ilgiovane morì pochi giorni dopo l'arresto. Secondo quanto dichiarato dai medici,ascoltati questa mattina dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulServizio sanitario nazionale, che ha aperto un'inchiesta sulla morte del giovane,Cucci presentava lesioni gravi al volto, lesioni vertebrali e un sospetto ditrauma cranico addominale. «Noi siamoancora all'inizio della nostra indagine - ha spiegato il presidente dellacommissione Ignazio Marino al termine dell'audizione - ma i medici sono statimolto precisi circa la condizione fisica di Stefano Cucchi nel momento diingresso al carcere di Regina Coeli». E dalla loro descrizione e dalla cartellaclinica, «che esiste, perché lui è stato subito ricoverato nel centrodiagnostico terapeutico del penitenziario, è evidente - aggiunge Marino - cheil ragazzo aveva già lesioni gravi, al volto, aveva il sospetto di un traumacranico addominale e sicuramente delle lesioni vertebrali». Riguardo invecealla domanda fatta da Marino al personale sanitario se la nausea di Cucchifosse un sintomo da attribuire a disturbi gastrointestinali o invece di tiponeurologico, dunque con sospetto trauma cranico, i medici, aggiunge Marino,hanno risposto che loro pensavano «al sintomo come ad un'evidenza di un dannonervoso centrale». A tale proposito doveva essere effettuata una Tac dicontrollo ma, conclude il presidente della commissione, «apparentemente sembraci sia stato il rifiuto di Cucchi di sottoporsi a questo tipo di esame. Anchese su questi aspetti dovremo fare un approfondimento con i medici dell'ospedale Fatebenefratelli». Lacommissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale ascolteràinvece i familiari di Stefano martedì prossimo. Mercoledì sarà la volta dei medicidell'ospedale Fratebenefratelli. Ricostruita la notte dell'arresto - Nuovi elementi emergono in ordine aipassaggi nelle diverse caserme dei carabinieri di Stefano Cucchila notte in cui è stato arrestato. Cucchi, racconta un ufficialedei carabinieri, viene fermato alle 23,30 al parco degliAcquedotti dai militari della stazione Appia di via del Calicedove gli viene notificato il fermo e per gli accertamenti. Laprassi prevede che proprio durante questa fase, il soggettofermato possa nominare il suo avvocato di fiducia. Secondoquanto riferisce lo stesso ufficiale, il giovane avrebberifiutato di nominare un legale. Secondo quanto riferito dallafamiglia Cucchi, invece, al giovane sarebbe stata negato dinominare il legale di famiglia Stefano Maranella e, durantel'udienza di convalida, è stato difeso dall'avvocato d'ufficio,Giorgio Rocca. All'1,30, continua l'ufficiale dei carabinieri,avviene la perquisizione nell'abitazione di Cucchi, in via Ciroda Urbino, dove Stefano viene visto dalla madre in buonecondizioni. Il ragazzo, a quel punto, viene portato di nuovonella caserma della stazione Appia di via del Calice per lanotifica dell'avvenuta perquisizione. Qui rimane, secondo quantoriferisce un ufficiale dei carabinieri, un altro pò di tempo esoltanto poco prima delle 4, da quella stazione dei carabinieri,Stefano Cucchi viene trasferito alla stazione Tor Sapienza divia degli Armenti dove passa la notte in cella di sicurezza. Quisi sente male durante la notte, viene chiamato il 118 ma luirifiuta il ricovero. Alle 9 di mattina viene accompagnato apiazzale Clodio con un'automobile dei carabinieri. Vieneconsegnato alla polizia penitenziaria che lo custodisce nellecelle del tribunale, insieme ad altri detenuti. Intorno alle12,50 viene portato in aula. Lì incontrerà il padre, loabbraccerà all'inizio e alla fine dell'udienza. «Non è vero chelui avesse rotto con i familiari - ha detto l'avvocato Anselmoin merito alle voci secondo cui Stefano avesse rifiutato di darenotizie di sé ai familiari durante il ricovero al Pertini - il 1ottobre era il suo compleanno e si scambiò due sms moltoaffettuosi con la sorella. Qualche contrasto in famiglia c'era,a causa della droga, ma non ci fu alcuna rottura dei rapporti».Intanto, come riferito dall'avvocato Fabio Anselmo che difendela famiglia del giovane, i legali hanno richiesto nei giorniscorsi la riesumazione del corpo per una nuova autopsia.