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Il Billionaire e le discoteche chiuse, Pasca (SIlb Fipe) a Libero: "Accanimento studiato a tavolino"

Leonardo Filomeno
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"Tanti italiani hanno contratto il virus in vacanza all'estero. E il Ministro Speranza giustamente chiude le nostre discoteche. E' un teorema che non regge. Ho dato incarico a diverse agenzie investigative di monitorare le feste abusive, posti fuori controllo e davvero a rischio, dove i giovani si stanno riversando. Tutto verrà sottoposto all'attenzione del Ministro. Siamo sotto assedio permanente. Ma non faremo la fine del generale Custer".

 

 

Maurizio Pasca, presidente di Silb-Fipe, sindacato che rappresenta l'intera filiera del mondo della notte, cosa non le torna di queste ore convulse? 
"Sembra un accanimento studiato 'a tavolino'. E' cominciato un mese prima dell'Ordinanza, con gli esposti del Codacons contro due noti locali, uno in Puglia e l'altro in Emilia Romagna. Poi l'attacco mediatico quotidiano. Il nostro settore è lacerato da una campagna diffamatoria in cui si esaltano bufale autentiche. Certi giornali, che dopo la sentenza del TAR si sono messi a gioire, ci hanno dipinti come 'untori' e simbolo di tutti i mali". 
Per i 'giornaloni' il TAR ha respinto il ricorso, in realtà ha solo rimandato il verdetto. 
"Si è espresso sulla legittimità del nostro ricorso, constatando un danno che, nel caso in cui ci daranno ragione, potrà essere quantificato tra Regioni e Governo. Ad esso chiediamo lumi su una effettiva diffusione dei contagi nelle discoteche, a partire dal 13 giugno, ossia da quando sono state riaperte". 
Quali i punti su cui insistere e quali proposte? 
"Voglio portare sul tavolo del Ministro Patuanelli le carte delle aziende chiuse da febbraio, Ad oggi, non hanno visto un euro. Anzi, hanno tolto l'IMU agli stabilimenti balneari, ai bar e ai ristoranti, ma alle discoteche no. Il DCPM di giugno per i locali all'aperto è stato spazzato via dall'Ordinanza di Speranza, che ha dato il colpo di grazia ad una stagione già di suo compromessa. Oltre che al turismo, visto che tanti giovani in vacanza a Gallipoli o a Rimini, con le discoteche di nuovo chiuse, si stanno già dirigendo altrove. Restino regole stringenti, come quelle adottate da Emilia Romagna o Veneto, e le rispetteremo, ma si dia la possibilità di lavorare a tutti".
Conte si è affrettato a dire di non aver autorizzato la riaperture. 
"Col decreto di giugno di fatto rimandava la decisione ai governatori regionali, in base alla situazione locale. La prima a riaprire i locali all'aperto è stata la regione Toscana, l'ultima la Sardegna". 
Ha ancora senso aspettarsi qualcosa dall'alto? 
"Mi aspetto un minimo di buon senso, e almeno la salvaguardia di lavoratori e di aziende sul lastrico. Sarebbe il caso di mettere da parte i tanti steccati nei nostri confronti. La base è sempre più incazzata. La discesa in piazza non so quali conseguenze potrebbe comportare. Senz'altro la rabbia di tante persone troverà una risposta nelle urne a breve". 
Dai gestori cosa è stato rispettato e cosa no? 
"Direi che a fare di testa propria sono stati il 5% e le sanzioni nei loro confronti è giusto che ci siano. Gli altri però hanno rispettato le regole. Mi riferisco alla sanificazione, alla misurazione della temperatura all'ingresso, all'utilizzo dei bicchieri monouso, alle prenotazioni online, alla richiesta di nominativi. Ti dirò di più: quel 30% di locali che non erano in grado di rispettare queste norme, non hanno riaperto. L'unica cosa che non sempre è stata rispettata è il distanziamento sociale. E' ipocrita però dire che sia avvenuto solo nelle discoteche. Gli assembramenti si vedono ovunque: nei bar, nelle spiagge, ai concerti, nelle piazze". 
Quale pensiero sugli sceriffi più intransigenti tra discotecari vecchi e nuovi? 
"Mi ha molto deluso Linus. E' uno che ha vissuto buona parte della sua carriera nelle discoteche, e mi risulta che una delle radio a cui sovraintende abbia quest'anno degli accordi con una discoteca di Riccione. Certo che avremmo potuto non riaprire, a patto che si fosse visto qualche aiuto da chi di dovere, mentre oggi a chi non può pagare pagare l'affitto viene staccata la luce. All'estero non hanno riaperto perché lo Stato ha fornito un sussidio da subito. Linus dimentica inoltre che se restano chiusi per una stagione il Pacha o il Ministry Of Sound, con tutto l'indotto dei loro brand, le perdite saranno irrisorie. Il locale gestito in ambito familiare, chiuso ormai da 6 mesi, letteralmente muore".
Al pregiudizio culturale si somma sempre quello politico alla fine? 
"Verrebbe da pensarlo, e sarebbe un grave danno, un atteggiamento da censurare ad ogni costo. Solo un anno fa abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa sulla sicurezza con Salvini che prevedeva un riconoscimento per le discoteche esemplari e virtuose. Con l'esecutivo poi rimasto in sella, ossia quello a trazione PD-5S, è diventato lettera morta. A Salvini si rimproverava il fatto di voler essere solo lui il 'Comandante' alla guida del Paese. Oggi qualcun altro lo sta facendo in grande stile e nessuno si sogna di fiatare".

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