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Willy Monteiro, il retroscena: "I Casamonica di Colleferro". Soldi e botte, ecco come facevano la bella vita

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"I fratelli Bianchi? Hai presente i Casamonica? Ecco". Così il reportage del Fatto Quotidiano a Colleferro dove è stato ammazzato di botte Willy Monteiro Duarte per il quale sono accusati omicidio volontario aggravato dai futili motivi:  i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. 

 

 

 

 

"Ad Artena, 8 km in linea d'aria, dove i fratelli sono di casa, un uomo di mezza età, seduto davanti a un bar vicino alla loro villa, azzarda: 'I fratelli Bianchi? Hai presente i Casamonica? Ecco'. A chi vive in queste zone Marco e Gabriele fanno paura. I "gemelli" sono conosciuti in tutta la valle alle spalle dei Castelli Romani. Artena, Colleferro, Lariano, fino a Giulianello e Cori, in provincia di Latina. Nel giro di qualche anno si sono beccati dieci denunce in due, tutte per lesioni. I fascicoli sono custoditi al tribunale di Velletri. 'Lavorano su commissione, chi ha un credito e non riesce a farsi restituire i soldi manda loro dal debitore. Arrivano, picchiano e tornano con i soldi', racconta il giovane con la maglietta verde, fuori dalla caserma dei carabinieri. Lui che con l'inchiesta non c'entra nulla, ammette: 'Li conosco bene, li conoscono tutti'. 

I fratelli Bianchi secondo gli investigatori lavorano come pusher di zona, quando gli acquirenti si indebitano arrivano i fratelli per pestare. Chi viene gonfiato di botte non denuncia. C'è un clima di omertà intorno ai Bianchi, racconta il Fatto,  "Ad Artena il clima di timore è palpabile: 'Io non mi ci metto nei casini con voi, andate via', attacca un ristoratore. Il proprietario di un bar di Colubro, 100 metri dalla villa dei Bianchi, ammette: 'Li conosco da quando sono piccoli, ma qui non ci vengono a fare casino, io chiudo alle 8 di sera'.

E aggiunge: 'Saranno 20 anni che non vado lassù, ho avuto a che fare per riparare una fognatura, e basta.'Lassù' sarebbe alla fine di via della Resistenza, in cima a una salitella dalla quale svetta la villa di famiglia: i nomi in corsivo sul citofono, il cane molosso che ringhia dietro al cancello e il suv bianco nel cortile ben curato. A una signora anziana, una vicina, domandiamo se quella è casa dei fratelli Bianchi: lei fa segno di fare silenzio con il dito alla bocca, poi con la mano indica la villa. Quindi dice: 'Non lo so, non lo so'. 

Ieri sera il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri ospite a Otto e Mezzo su la 7 ha detto: "A Colleferro c'è stata una mentalità mafiosa. Quei ragazzi, se sono stati loro, come affermano alcuni testimoni, hanno avuto un atteggiamento mafioso, quello del controllo del territorio. Il modo di essere di quelle persone, con la concausa della mancanza di un'istruzione, è quello di gente allenata alla violenza".

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