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Il finanziere di Palazzo Chigi minaccia i colleghi a un controllo: "Sono figlio di un alto dirigente, la vostra carriera è finita"

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Una storia ai limiti del surreale, ma drammaticamente vera, arriva da Roma e riguarda un "diverbio” tra forze dell’ordine che è arrivato addirittura in tribunale. Un militare della Guardia di finanza che lavora alla segreteria di Palazzo Chigi è stato arrestato domenica sera dopo aver preso a calci, pugni e morsi due squadre della polizia perché non voleva consegnare i documenti. È quanto racconta il Messaggero, secondo cui il finanziere sarebbe stato fermato da quattro poliziotti che gli hanno chiesto i documenti. “Sono un collega, tutto a posto”, è stata la replica dell’uomo al quale è stato comunque chiesto di farsi identificare. A questo punto sarebbe scattata la follia, con gli agenti che lo hanno ammanettato per contenerlo. Ieri - lunedì 14 settembre - il finanziere è stato portato in aula a piazzale Clodio per essere processato: “Resistenza a pubblico ufficiale? Non è vero nulla. Sono stato maltrattato, mi hanno puntato un faro in faccia e provocato, mi hanno detto ‘tu collega? Al massimo sei un controllore di scontrini’”. Diversa la versione degli agenti, secondo cui l’uomo avrebbe detto: “Sono un finanziere, siamo colleghi. Non vi basta? Provocate? Sono anche figlio di un alto dirigente. La vostra carriera è finita. Volete finire a Crotone? Volete che vi faccia fuori?”. Un altro agente ha addirittura riferito di aver ricevuto minacce di morte. 

 

 

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