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Coronavirus Milano, le parole choc di un commerciante in zona rossa: "Se non ci sentiamo più è perché mi sono sparato un colpo"

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L'istituzione delle zone rosse ha costretto ristoratori, commercianti e molti altri lavoratori a rivivere l'incubo di marzo-aprile. Serrande abbassate e crisi nera. Ne ha parlato anche Silvio Patané, che ha un negozio di camicie su misura a Milano. Al Corriere ha spiegato che dopo 30 anni ha dovuto spostare la sua attività da Corso Buenos Aires in via Porpora, perché lì l'affitto è quattro volte più basso. Patané ha raccontato di aver chiuso il suo primo negozio lo scorso Natale e di aver aperto quello nuovo a fine febbraio 2020. Risultato? 7mila euro incassati fino al 10 marzo e poi basta. "Da allora non fatturo. Se non ci sentiamo più è perché mi sono sparato un colpo".

 

 

 

A complicare la situazione del commerciante è il fatto che la maggior parte dei suoi clienti è in smart working e quindi non ha certo bisogno di nuove camicie per lavorare da casa. Patané ha detto anche che da marzo ad oggi ha ricevuto dallo Stato 1.200 euro, che è stato costretto a bloccare un mutuo e che a marzo 2021 deve riprenderlo: "Se ci danno qualcosa da vivere, altrimenti non so come farò. Dovrò chiudere per sempre".

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