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Prato, il cinese confessa: "80 euro, 15 giorni". Il "vaccino illegale" al coronavirus somministrato in Cina

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Il caso di Prato è molto particolare e da tempo abbiamo iniziato a occuparcene: come mai nella più grande comunità cinese esistente in Italia i contagiati dal coronavirus sono pochissimi? Ovviamente è una cosa positiva, ma sarebbe interessante avere una spiegazione di questo fenomeno: il consolato ha smentito le voci di viaggi in Cina dei membri della comunità per sottoporsi a una sorta di vaccino, motivando i soli cento contagi su 26mila cinesi di Prato con un lockdown “applicato alla perfezione”.

 

 

Le telecamere di Quarta Repubblica sono andate nel comune toscano per provare a capire qualcosa in più: la trasmissione di Nicola Porro non ha messo in dubbio il rigido rispetto delle regole da parte di questa comunità, ma ha trovato conferme riguardo al vaccino cinese. “Da noi sono già iniziate le somministrazioni - ha rivelato l’imprenditore Luca Zhou Long, smentendo di fatto la versione ufficiale del consolato - le dosi vengono assunte per due volte nel giro di quindici giorni, in molti sono già andati e tornati. Si tratta di un vaccino simile a quello antinfluenzale, costa 80 euro”. Dettagli piuttosto specifici, che appaiono quantomeno verosimili: la sensazione è che il caso non sia finito qui, anche se probabilmente lo sarà quando arriveranno i veri vaccini certificati dalle autorità farmaceutiche mondiali. Un racconto che, se fosse confermato, spiegherebbe il bassissimo numero di contagi in Cina e a Wuhan.

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