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Coronavirus, la variante inglese aumenta i giorni di quarantena? "La sua durata media è di 13,3 giorni"

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La variante inglese sta seminando il panico. Non solo c'è chi sostiene si tratti di una forma più letale del coronavirus, ma c'è anche chi teme che possa mandare in tilt il sistema di contenimento. In sostanza - è il timore riportato dal Giornale - si potrebbe pensare a una quarantena più lunga. La variante. B.1.1.7 - stando ai test valutati -  vanta una durata media della fase di proliferazione di 5,3 giorni, mentre quella della fase di eliminazione è di 8 giorni e la durata media complessiva dell'infezione (proliferazione più eliminazione) di 13,3 giorni e in alcuni casi fino a 16,5.

 

 

Un dato che dà parecchio da pensare. Soprattutto se si considera che si tratta di valori molto più estesi nel tempo rispetto a quelli registrati nel ceppo originario di Sars Cov2. Qui la fase di proliferazione media è di due giorni, l'eliminazione di 6,2 e la durata media dell'infezione 8,2 giorni, con un estremo che arriva al massimo a 9,7 giorni. E così la quarantena di 14 giorni senza necessità di tampone potrebbe non bastare più.

 

 

I contagi d'altronde non rassicurano. Pesano, sui numeri del bollettino, le varianti riscontrate sul territorio italiano. E c'è addirittura chi pensa ai lockdown locali. Nel Lazio la variante inglese sta facendo crescere drammaticamente il bilancio dei ricoverati. In Umbria, invece, si registra il primo morto da variante brasiliana: un uomo di 67 anni deceduto all'ospedale di Chieti dopo essere rientrato dalla regione, dove Perugia e il Ternano sono in zona rossa. Nella giornata del 21 febbraio il ministero della Salute ha riscontrato sì un calo di nuovi casi e di decessi (rispettivamente 13.452 e 232) ma ha visto il tasso di positività schizzare al 5,3 per cento a fronte del 4,9 del giorno precedente.

 

 

 

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