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Coronavirus, il paradiso a 3 ore dall'Italia: vai, ti vaccini e ricominci a vivere

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La campagna vaccinale in Italia va talmente a rilento che chi può, fisicamente ed economicamente, va a farsi iniettare il siero all'estero. Il caso-simbolo di questo espediente, poco noto, poco pratico ma del tutto legale, è quello del Conte Simone Avogadro di Vigliano, 57 anni appena compiuti, raccontato dal Corriere della Sera. Il nobile e imprenditore è andato a vaccinarsi in Serbia seguendo le linee guida consigliate dal sito dell’ambasciata italiana: dall’11 gennaio scorso, infatti, il governo dell'ex repubblica jugoslava ha acconsentito ai cittadini dall'estero, anche senza permesso di soggiorno, di compilare la richiesta (in lingua serba) e mettersi in lista per il vaccino, scegliendo peraltro tra Pfizer, Astrazeneca e Moderna, somministrati anche in Italia, oppure il vaccino cinese e il russo Sputnik, non ancora approvati dall'Ema.

 

 

 

Siamo, insomma, dalle parti del turismo vaccinale anche se il Conte Avogadro di Vigliano l'ha fatto per motivi di lavoro: "Vivo in giro per il mondo con l’azienda di famiglia e ho anche un ufficio in Serbia. Abito tra Milano e Singapore, dove tra l’altro mi avevano proposto la vaccinazione. Ma causa Covid non riesco a rientrare in Asia da Natale", spiega al Corsera. In Italia, se tutto va bene, l'avrebbero chiamato dopo giugno. Troppo tempo. 

 

 

 


"Per me invece si è mossa la Camera di commercio locale - sottolinea l'imprenditore -. Dopo aver vaccinato rapidamente anziani e fragili, hanno incoraggiato le somministrazioni alle categorie produttive per favorire la ripresa dell’economia". Mentre i serbi si sono vaccinati al 70% con il siero cinese, "io ho scelto Pfizer e in 48 ore ho avuto l’appuntamento in un ospedale di Belgrado. Per la prima dose, a inizio marzo, sono rimasto qualche giorno per motivi di lavoro. Ho unito l’utile al dilettevole. Per la seconda, sono andato e tornato dopo qualche ora". E ora, con il certificato di vaccinazione in attesa di essere registrato dall'Ats di Milano, può ricominciare a viaggiare. E a vivere senza quarantene obbligatorie.

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