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Oms, vietato parlare bene di Luca Zaia: nell'inchiesta spuntano le frasi da cancellare, un caso politico

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Sono ormai ampiamente conosciuti i fatti che stanno scuotendo Palazzo Chigi negli ultimi giorni. La Procura di Bergamo continua ad indagare scrupolosamente l'operato di Ranieri Guerra, dirigente Oms, ora indagato per epidemia colposa. Al centro delle indagini un report che riassumeva la situazione dell'Italia, redatto dai ricercatori dell'Oms di Venezia, guidati da Francesco Zambon. Report pubblicato l'11 maggio del 2020 e sparito misteriosamente due giorni dopo dal sito ufficiale dell'Oms, poiché -come hanno scoperto i magistrati- Zambon non ha voluto apportare le modifiche richieste da Guerra e Cristiana Salvi. Guerra voleva nascondere la pessima gestione pandemica del governo italiano: a partire dal piano pandemico non aggiornato dal 2006.

 

 

L'Agi riporta che Guerra abbia voluto cancellare addirittura la frase: l'Italia non era totalmente impreparata (quando arrivarono i primi bollettini dalla Cina). Zambon ha affermato che il piano "rimase più teorico che pratico con pochi investimenti o traduzione delle intenzioni in misure concrete". "Dobbiamo pesare le parole in maniera molto cauta soprattutto se sono scritte e se rimangono in un documento dell'Oms" scriveva invece Guerra che, come sottolinea il Giornale, era probabilmente preoccupato per se stesso, dato che tra il 2014 e il 2017 si trovava a capo dell'ufficio di Prevenzione del ministero della Salute ed era suo il compito di aggiornare il piano pandemico. 

Problematici anche i danni d'immagine che avrebbe subito il governo giallorosso, se i documenti fossero finiti all'opinione pubblica. Come dimostrano le chat in mano ai pm, il report doveva essere concordato con il portavoce del Comitato tecnico scientifico Silvio Brusaferro e naturalmente con il ministro della Salute Roberto Speranza. Zambon si rifiutò di apportare le modifiche previa diffusione del report, e fu così costretto a dimettersi dall'Oms. Nonostante lui avesse segnalato l'accaduto ai piani alti, non venne supportato da nessuno dell'Onu poiché, secondo l'organizzazione, lui avrebbe violato la policy dell'organismo internazionale. 

 

 

Le tracce coperte non finiscono qua. A quanto si apprende, anche la Salvi chiese a Zambon di eliminare alcuni frasi, che avrebbero potuto infiammare il dibattito politico, soprattutto in Veneto, dove Zaia si era reso protagonista di una ottima gestione della prima fase della pandemia. Zambon diede merito al governatore veneto per il sistema di sanità pubblico forte e per l'ottima campagna di sensibilizzazione attuata dal governatore. Nel report: "stronger public health network and community outreach capacity" riporta il Giornale. Secondo la Salvi, questa frase avrebbe potuto ledere l'immagine della maggioranza, offendendo il contesto politico: "potential for political outrage". Non solo nascondere i propri demeriti quindi, ma anche i meriti altrui. Siamo alla deriva. 

 

 

 

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