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Mario Draghi, Renato Brunetta a Minzolini: "Se non viene eletto al Quirinale, Italia in bancarotta il giorno dopo"

 Mario Draghi

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"Lo chiamano anno 'anomalo' ed è quello che precede ogni sette anni l'elezione del Capo dello Stato. In quell'anno ogni manovra politica, ogni uscita pubblica, ogni sentenza, ogni fatto di cronaca ha due letture nel Palazzo: quella fattuale e quella che va interpretata nella logica della corsa al Colle", scrive Augusto Minzolini su il Giornale. È in questo contesto che il nome di Mario Draghi viene poi proposto da Matteo Salvini, secondo la convinzione che all'approdo del premier al Quirinale si aprirebbe la strada alle elezioni anticipate nel 2022. Al contrario, dice Minzolini, quando Enrico Letta prende tempo sulla decisione di chi prenderà il posto di Sergio Mattarella, lo fa perché non vuole correre il rischio che la legislatura non arrivi alla sua fine naturale nel 2023. 

La scelta del Presidente della Repubblica è in pratica considerata uno strumento per raggiungere un obiettivo politico e non avviene sulle garanzie che offre un nome, per lo meno, non di solito. "Se questo Paese" commenta Renato Brunetta "non avrà Draghi come Capo dello Stato o come Premier andrà in bancarotta il giorno dopo. E, francamente, averlo al Colle per sette anni darebbe una garanzia ampia, il tempo necessario per tirare fuori il Paese dai guai". Così l'ipotesi Draghi per il Quirinale, analizza Minzolini, forte sulla carta, si presenta fragile quando è calato nel concreto. 

 

 

E l'ipotesi che si possa andare anticipatamente alle urne spaventa non poco sul nome di Draghi Pd, sinistra, Cinquestelle e compagnia cantante. "Ma quale deputato" si chiede il piddino Umberto Del Basso De Caro "voterebbe un Presidente che poi firmerebbe il decreto di scioglimento delle Camere? C'era un libro dal titolo Morire per Kabul. Appunto, perché morire per Draghi? Meglio la Cartabia". Sintetizza il capogruppo di Liberi e uguali, Federico Fornaro: "Con Draghi si vota nel 2022 e, aggiungo, con l'attuale legge elettorale, il Rosatellum. Con un altro Presidente nel 2023 e, scommetto, con una legge elettorale proporzionale". 

 

 

 

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