Mentre confortano le notizie sulla delicata ripresa del piccolo Eitan, il piccolo di cinque anni unico sopravvissuto al disastro di Domenica scorsa sul Mottarone, resta lo sgomento per quanto di ora in ora si apprende circa la dinamica dei fatti. “Dopo la tragedia di Stresa”, afferma l’Ingegner Rocco Luigi Sassone, Risk Manager e Presidente di Formasicuro, “sono oramai convinto che per l’Italia non valgano tutti quei modi di dire come “toccare il fondo”, “traboccare il vaso”, “punto di rottura”, “la misura è colma”. L’epilogo della vicenda, che sembra abbia accertato la responsabilità dell’incidente a carico dei soggetti che dovevano vigilare sul corretto recepimento delle misure di sicurezza della funivia, certifica, purtroppo, che il fato non esiste e che l’etica e la morale hanno raggiunto l’asintoto più basso”.
Forse ciò che davvero si è drammaticamente perso è il senso civico, la responsabilità in capo a ciascuno circa il proprio lavoro e le conseguenze che esso esercita sull’operato – e sulla vita – di tutti. Dal punto di vista tecnico, prosegue il Presidente Sassone, “gli addetti ai lavori sanno che la valutazione dei rischi meccanici deve essere improntata al principio della “massima sicurezza tecnologicamente possibile”, mettendo a sistema ogni elemento necessario a sopperire a difetti di funzionamento o a comportamenti sbagliati, individuando i rischi residui oltre che i criteri per la loro accettabilità”. Tuttavia, è la conclusione, “se non si cambia rotta, la prospettiva più realistica, soprattutto dopo il fermo forzato dovuto al lockdown, sarà un declino lento e continuo dove ogni giorno ci sembrerà come il precedente, solo appena un po’ peggio”.
Inoltre la priorità non è solo quella di mettere in sicurezza il Presente. Servono sguardo e un progetto strategico improntato al futuro. Diversamente, spiega Sassone, “se continua così gli errori e il tempo perso per ammodernare il Paese più che noi oggi, lo pagheranno domani i nostri figli, e questo non possiamo, non dobbiamo permetterlo”!