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Coronavirus, Mario Ruocco morto a 15 anni: "Nessuna malattia pregressa". 90 giorni di agonia e negativo da un mese: dettaglio sconcertante

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"Nessuna malattia pregressa". Il dettaglio sulla morte di Mario Ruocco, 15 anni, per le conseguenze del Coronavirus aggiunge un'altra inquietante ombra sul dramma che sta sconvolgendo l'Italia. Il ragazzino di Modena è la più giovane vittima riconducibile al Covid in Italia dall'inizio della pandemia, nel febbraio 2020. 

 

 

 



I medici dell'ospedale di Baggiovara, dov'era stato trasferito l'8 giugno scorso dal Sant'Orsola di Bologna, confermano le buone condizioni di salute precedenti al contagio, un calvario iniziato 90 giorni fa, il 10 marzo scorso, nel pieno della seconda ondata della pandemia. Come spiega anche il Quotidiano nazionale, Mario "ha avuto un decorso molto lungo e faticoso". Era si tornato negativo oltre un mese fa, ma le sue condizioni erano rimaste critiche. Il trasferimento a Modena era stato deciso perché la situazione sembrava essersi stabilizzata: "Mario respirava autonomamente, ma il virus lo aveva provato a tal punto che, nei giorni scorsi, le condizioni erano nuovamente precipitate fino al decesso", martedì scorso.

 

 

 


Già poche ore dopo il primo ricovero il ragazzino era finito in terapia intensiva, a causa della gravità dell'infezione. E dalla terapia intensiva lo studente dell'istituto d'arte Venturi non è mai uscito, nonostante qualche piccolo miglioramento. Ad annunciare sui social la scomparsa del piccolo è stato il sindaco di Sant'Egidio Albino (Salerno), il Paese d'origine dei genitori. "Ha superato l'infezione, lottando come un leone per novanta giorni, ma non è riuscito, sebbene si fosse negativizzato, a superare le drammatiche conseguenze della malattia sugli organi interni. In questo momento di dolore inconsolabile, voglio pubblicamente esprimere a papà Antonio e mamma Olga la vicinanza commossa dell'intera comunità di Sant' Egidio. Condoglianze che naturalmente estendo a tutta la famiglia, in particolare al nonno Mario Ruocco e alla nonna Antonietta Marcone".

 Messaggio commosso anche dalla Regione Emilia Romagna, con il governatore Bonaccini e l'assessore alla Sanità Donini che si dicono "attoniti" per un dolore "che è difficile solo poter immaginare". Ed è la testimonianza che di coronavirus si muore ancora, e scompare anche chi, sulla carta, non rientrava nelle "fasce a rischio".

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