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Variante Delta spaventa il Lazio: "Incidenza moltiplicata per dieci", chi colpisce più duramente

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Sale l’allarme nel Lazio a causa della diffusione sempre maggiore della variante Delta. L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha reso noto che l’ultimo studio del servizio regionale epidemiologia, sorveglianza e controllo dell’istituto Spallanzani mostra come in poco più di un mese vi sia stato un incremento di dieci volte della proporzione di variante Delta nel Lazio. La mutazione è passata dal 3,4 per cento rilevato il 18 maggio al 34,9 per cento rilevato oggi e ovviamente colpisce quasi esclusivamente chi non è vaccinato. 

 

“La survey - ha spiegato D’Amato - è coerente con la stima a livello europeo dell’Ecdc, ecco perché in questa fase occorre completare i percorsi vaccinali con tutti i vaccini disponibili, che sono tutti efficaci contro la variante se l’iter viene completato”. Inoltre rimangono fondamentali il tracciamento e il sequenziamento: “Per questo sono in corso i test sul 100% dei tamponi positivi. A oggi nel Lazio la sequenza genetica più presente è quella riguardante la variante Gamma (incidenza del 36,8 per cento dei casi), seguita dalla Delta (34,9 per cento) e dall’Alfa (27,4 per cento). 

 

 

Inoltre l’assessore D’Amato ha diramato l’ultimo bollettino sulla situazione epidemiologica del Lazio: gli attualmente positivi sono 2.935, di cui 162 ricoverati in reparti Covid, 42 in terapia intensiva e 2.731 in isolamento domiciliare. Inoltre D’Alessio ha dato una notizia su uno studio di Janssen che “accerta l’efficacia del vaccino Johnson&Johnson contro la variante Delta anche a otto mesi dall’inoculazione”. 

 

 

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