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Coronavirus, ricoverato 3 settimane dopo il vaccino J&J: "Ecco cosa mi ha fatto finire in ospedale", parole choc

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Si era vaccinato con Johnson&Johnson, ma dopo tre settimane dall’iniezione ha preso il Covid che lo ha portato in ospedale per cinque giorni, con febbre alta e difficoltà respiratorie. E’ quanto successo a Corrado Mattoccia, 59 anni, geometra romano ed ex rugbista nella squadra di Colleferro, a Roma.  “Sono finito all’inferno per colpa di uno di quelli che ‘non si fida’, e mette in pericolo gli altri. Il vaccino mi ha salvato la vita”, ha raccontato a Repubblica.

 

 

 

Il rugbista ha spiegato di aver sempre fatto attenzione in questo anno e mezzo di pandemia. L’unica dose di J&J gli è stata inoculata il maggio scorso. Il 13 giugno, poi, con sua moglie e sua figlia di 7 anni è andato al camp di rugby per bambini organizzato a Chioggia da Mauro Bergamasco, icona di questo sport. “Compreso lo staff, eravamo 80 persone. Disinfettante prima, durante e dopo l’allenamento. La mascherina, sempre”, ha raccontato. Dopo un paio di giorni, però, a un bambino - che stava già male prima di partire per il camp - è venuta la febbre. A quel punto il camp è stato chiuso e sono stati fatti i tamponi a tutti. È lì che la moglie e la figlia di Mattoccia hanno scoperto di essere positive. Lui lo ha saputo solo un paio di giorni dopo, visto che il primo tampone era risultato negativo.

“Mi ricoverano all’ospedale di Tor Vergata, la saturazione è bassa – questi i ricordi del rugbista -. All’improvviso sono tutti preoccupati: ‘Sei messo male’, dice il medico. Al mio arrivo era morta una persona, un’altra il giorno dopo. ‘Per fortuna ti sei vaccinato: ti ha salvato la vita’, mi spiega”. Poi gli sono stati iniettati dei monoclonali. Dopo cinque giorni le dimissioni. Dopo quasi un mese dalla guarigione, però, Corrado ha ancora qualche difficoltà: “Mi affatico persino a parlare. Ci vorranno 6 mesi, per recuperare”.

 

 

 

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