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Trappola sul fisco, la riforma slitta ma la stangata è dietro l'angolo: cosa cambierà per le tasche dei contribuenti

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Sandro Iacometti
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C'è Matteo Salvini che vuole la flat tax, Enrico Letta che invoca la stangata sulle successioni, i Cinquestelle che sognano di spennare chi inquina. Ma, soprattutto, non ci sono i soldi. Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, a fine luglio è stato chiaro: non si fa nulla in deficit. Difficile dire se Mario Draghi riuscirà a portare a termine quella riforma complessiva del fisco che da anni tutti annunciano. Tutto, per ora, sembra remare contro l'impresa. Il documento prodotto a fine giugno dalle commissioni Finanze di Camera e Senato è pieno di buoni propositi: semplificazione tributaria, alleggerimento delle imposte, riorganizzazione delle detrazioni. Ma ha due grossi difetti. Il primo è che per raggiungere l'accordo e ottenere il via libera (solo Fdi ha votato contro e Leu si è astenuta) si è dovuto glissare su molti punti di dissenso, a partire dai cavalli di battaglia dei due azionisti di maggioranza della coalizione che regge il governo: tassa piatta leghista e patrimoniale piddina. Il secondo è che nel testo non c'è alcuna copertura. Si parla di tagliare e rimodulare le tasse senza occuparsi di quanto costerà allo Stato. E il conto complessivo, stando a quanto dichiarato dal sottosegretario all'Economia, Maria Cecilia Guerra, potrebbe aggirarsi sui 40 miliardi. Non proprio un'inezia. È per questo che quando Franco il 22 luglio si è presentato davanti alle commissioni Finanze ha subito messo le mani avanti. Progetti bellissimi, intendiamoci, ma «abbiamo 900 miliardi si spesa pubblica e un debito del 160%: una riforma in disavanzo non è uno scenario possibile».

 

 

NIENTE DEFICIT
Da quel giorno tutti continuano a promettere la legge delega entro la fine di settembre, e bisogna vedere se arriverà davvero, tanto più che la riforma del fisco non è neanche nella lista di quelle legate al Pnrr, ma il menù delle opzioni a breve termine, da inserire in finanziaria e far scattare subito, non tra chissà quanti anni, si è notevolmente ristretto. A luglio Franco diceva che raschiando da una parte e rastrellando dall'altra, rispetto ai 2-3 miliardi già disponibili si potrà arrivare al massimo a 10 miliardi. Non molto considerato che il solo accorpamento dell'Irap nell'Ires vale 3 miliardi, mentre per il taglio dell'Irpef ne servono almeno 10. La coperta nel corso dell'estate sembra essersi accorciata ulteriormente. Anche perché il Tesoro dovrà trovare pure i soldi per sciogliere il nodo di Quota 100, degli ammortizzatori sociali, dei sussidi grillini e di altre costose "bandiere" su cui i partiti sono pronti ad alzare le barricate. In questi giorni la Guerra continua a ripetere che sul tavolo ci sono solo 3 miliardi per una sforbiciata al cuneo fiscale. In pratica, il minimo sindacale. Questo non significa, però, che niente cambierà sul fisco. Anzi, la scarsità di risorse rappresenta un'insidia non trascurabile. Non potendo realizzare, almeno per ora, gli interventi significativi e costosi di alleggerimento tributario promessi nel documento licenziato dalle Camere e condiviso da Franco, il rischio, più che concreto, è che il governo deciderà di portare avanti le cosiddette riforme a costo zero. Novità legislative che non solo non peseranno sulle finanze pubbliche, ma da cui si possono anche ricavare un po' di quattrini.

 

 

TRE INSIDIE
Sul tavolo ce ne sono tre, che potrebbero rappresentare la rovina dei contribuenti: Iva, detrazioni e catasto. Sul primo fronte l'idea, nel nome della semplificazione indicata anche nel documento parlamentare, è di rimodulare le aliquote agevolate. Identico obiettivo nel secondo caso. Mentre sulle case il segnale già arrivato da Via XX Settembre ad agosto è quello di serrare i ranghi sull'anagrafe degli immobili, per scovare iniquità e incongruità. Per carità, l'impegno dichiarato è sempre quello di muoversi senza provocare variazioni di gettito. In altre parole, nessuno ci guadagna, nessuno ci perde. Ma su tutti e tre i capitoli i margini di manovra per stangate mascherate sono ampissimi. 

 

 

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