Il futuro delle città e di Roma dopo il Covid: parla Claudio Rosi di essere_Architetti
Il Covid ha impartito una brusca accelerazione a un processo di cambiamento che era già in corso, che strutturalmente è sempre in corso, ponendo la collettività di fronte a un nuovo modo e a un nuovo concetto di “abitare”. Dove i temi della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica, enucleati dalle Nazioni Uniti nell’ambito dell’Agenda 2030, rappresentano una sfida sempre più preponderante.
“Abitare” richiede tuttavia “progettare”, prima. In quest’ottica, trasversalmente, rivestono importanza cruciale tutte le Professioni che, per l’appunto, “costruiscono”: Architetti e Ingegneri in primis. In un contesto che ha visto un forte depauperamento degli Ordini professionali, - 15% nella decade 2010-2020. Alla vigilia (si voterà il 22 e 23 Settembre prossimi) del rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia (il più numeroso in Italia e a livello internazionale, con 18.000 donne e uomini iscritti), parla l’Architetto Claudio Rosi di essere_Architetti, per cui la priorità è quella che fa leva sulle giovani generazioni, attraverso un programma di formazione che sia continua, di migliore qualità e a costo zero. E dove anche gli Architetti vengano attivamente coinvolti ai tavoli che decideranno i criteri di spesa per i fondi PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), dai quali sono al momento esclusi.
“Il dialogo con le Istituzioni è fondamentale”, spiega l’Architetto Rosi, già Responsabile degli Uffici dell’Urbanistica di Roma, Direttore Tecnico del Comune di Frascati nonché Direttore Generale dell’Ater romano. In più, “il miraggio della transizione ecologica è appunto un miraggio senza transizione burocratica. Questa sarà la vera sfida nella sfida per il PNRR: costruire, fare, adattandoci però ai tempi tecnici richiesti dall’Europa”. In un quadro legislativo antiquato, dove l’uscita di una norma applicativa si porta appresso il fardello di tutte le interpretazioni possibili. Un esempio su tutti, quello della Legge sulle Opere Pubbliche che, durante gli ultimi 10-15 anni, ha recato con se un trenino di 102 emendamenti, determinando così una perenne rincorsa. “Ogni città ha un apparato burocratico troppo spesso e, per Roma, esso è addirittura ingessato”, afferma ancora Rosi.
Trattandosi di Architettura, il tema politico interseca ovviamente quello estetico, guardando al paesaggio e alla sostenibilità ambientale. “Andiamo verso un futuro che ci farà immaginare una città ecologica: servono edifici green, a basso consumo energetico, smart. Essi hanno un ruolo fondamentale per incidere nell’abbattimento di CO2. Senza gli Architetti, gli obiettivi del Ministro Cingolani non potranno essere perseguiti. Il compito di noi tutti è quello di stimolare le Istituzioni, facendo sinergia fra i Colleghi in modo da massimizzare i benefici per i Cittadini e ridando al contempo profondità di senso e di contenuto all’Ordine professionale. Le giovani generazioni devono avere coraggio, non devono rinunciare all’amore e alla passione che questo mestiere ha alla base, guardando e traguardando un futuro che è solo nelle loro mani. Anche Roma avrebbe bisogno di una Biennale per valorizzare i giovani Architetti e far conoscere le loro opere nel mondo, soprattutto in tema ambientale”.