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Alberto Zangrillo e il Covid, i veri numeri in ospedale. "Ma lo spettacolo deve continuare", la prova lampante

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Basta con il terrorismo quotidiano sul Coronavirus. Dal suo osservatorio privilegiato del San Raffaele a Milano, Alberto Zangrillo prosegue una battaglia che va avanti, con varie accezioni e sfumature, da un anno e mezzo. Finito nel tritacarne per aver definito il virus "clinicamente morto" nell'estate del 2020 e poi smentito dalla recrudescenza della seconda ondata, il capo rianimatore dell'ospedale milanese da settimane, forte dei dati dei bollettini ma soprattutto dell'esperienza sul "fronte", è tornato a lanciare messaggi fortissimi di "normalizzazione".

 

 

 

 

 

A un anno e mezzo abbondante dall'inizio della pandemia che ha travolto anche l'Italia, spiega il medico, non ha più senso bombardare i cittadini con i numeri di una emergenza che, nei fatti, sta scemando. La prova? Arriva via Twitter, ovviamente. 

 

 

 



"1 accesso #COVID19 al giorno in Pronto Soccorso ma 'The show must go on'", scrive polemicamente Zangrillo condividendo un grafico che riassume la situazione al San Raffaele: nella settimana tra il 18 e il 25 settembre, sono stati 1.151 gli accessi al pronto soccorso del San Raffaele, 7 per Covid (lo 0,6%), tutti in codice verde e soprattutto sei di loro non vaccinati.

 

 

 

 

 

Di questi 7 accessi, 5 persone sono state poi ricoverate: 3 "in bassa intensità" (2 i non vaccinati) e 2 "in alta intensità" (entrambi senza vaccino).  Una risposta, parziale certo, a chi continua a parlare di ospedali intasati e ondate di contagi. E soprattutto un messaggio a chi si ostina a non voler capire né soprattutto sentire: senza i vaccini, è più facile finire ricoverati per Covid. 

 

 

 

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