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Bergamo, donne in corsia

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Ecco il calendario 2010

Maria Acqua Simi
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Che le donne bergamasche avessero una marcia in più, era cosa risaputa. E anche nel settore ospedaliero non sono da meno: è altissima la percentuale "rosa" in corsia, in sala operatoria, nei corridoi di degenza e nei servizi ospedalieri. Per farla breve, oltre tre quarti dei lavoratori in forza agli ospedali Riuniti di Bergamo sono donne. Così, per il 2010 in avvicinamento, si è pensato di rendere protagoniste queste donne dando loro un volto. Attraverso un calendario. Ecco nascere quindi, dedicato alle oltre 3mila donne che ogni giorno ruotano intorno alla vita dell'ospedale, il Calendario 2010 dell'azienda ospedaliera orobica. Protagonisti sono gli scatti effettuati in sala operatoria, nelle stanze di degenza e nei vari servizi della struttura. Perché in ospedale la presenza femminile supera quella maschile nel settore amministrativo, nell'area della dirigenza sanitaria, tra gli infermieri, i tecnici, il personale della riabilitazione e quello ausiliario, sottolinea l'azienda in una nota. «La prevalenza del personale femminile è stato uno degli elementi che ha valso agli ospedali Riuniti i tre bollini rosa, il massimo riconoscimento attribuito dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) alle strutture sanitarie attente alle esigenze femminili in fatto di cura e assistenza - ricorda il direttore generale Carlo Bonometti - Senza nulla togliere ai colleghi uomini, con il calendario abbiamo voluto rendere omaggio all'impegno che spesso si somma a responsabilità familiari, e anche fotografare una realtà che vede sempre più donne scegliere specialità tradizionalmente maschili come quelle chirurgiche». Gli scatti, realizzati dal fotografo professionista Fabio Proverbio, raccontano la quotidianità della vita che ruota intorno all'ospedale. E cinque su 12 sono tratti dal reportage 'Il dono" presentato nell'omonima mostra allestita in ottobre in occasione di BergamoScienza: storie di ritorno alla vita grazie alla scelta di chi, lasciando questo mondo, ha deciso di donare ad altri una seconda possibilità.

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