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Covid, quarta ondata in Germania: ecco perché i contagi spaventano l'Italia. Positivi e ricoveri, lo scenario

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In Italia i no-vax e no-green pass hanno ampia eco mediatica, ma nei fatti incidono molto meno che in altri Paesi. Basta guardare cosa sta avvenendo nella “virtuosa” Germania che, pur avendo organizzato la campagna di vaccinazione in largo anticipo, si ritrova soltanto al 66% di popolazione immunizzata con due dosi, ben lontana dal circa l’80% di persone che in Italia ha completato il ciclo vaccinale. E così i tedeschi stanno vivendo una quarta ondata, iniziata già verso la fine di agosto, quando i contagi hanno iniziato a crescere rapidamente.

 

 

Il picco è stato registrato giovedì con 28mila nuovi casi di Covid, inoltre l’incidenza settimanale è schizzata a 139 e i decessi ieri sono stati 121: secondo le previsioni degli esperti, la situazione non potrà che peggiorare a causa della “cattiva stagione”. Angela Merkel si è detta preoccupata e rattristata, soprattutto per una “certa noncuranza” da parte di molti tedeschi: due su tre milioni di ultrasessantenni non si sono ancora vaccinati, con ripercussioni devastanti sull’intera società.

 

 

In tutto ciò l’Italia guarda con attenzione quanto sta succedendo in Germania, convinta però non di finire nella stessa situazione grazie all’alta copertura del vaccino (seconda in Europa soltanto alla Spagna e al Portogallo) e anche al Green Pass, che rende più sicuri i luoghi di lavoro e quelli pubblici. “Certamente ci sarà un aumento dei casi tra l’autunno e l’inverno, ma sarà gestibile - è la previsione di Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute - soprattutto con la terza dose per i più fragili. I Paesi che hanno rimandato il richiamo vaccinale, come Israele, hanno pagato a caro prezzo con la quarta ondata”.

 

 

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