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Luigi Bisignani sulle proteste a Trieste: il mistero del funzionario morto e l'ombra di Cina e Russia

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"Ma siamo proprio sicuri che i manifestanti che infiammano Trieste siano così pacifici?": il dubbio lo insinua Luigi Bisignani sul Tempo, parlando delle proteste contro il Green pass, partite inizialmente dal porto. Dubbio che si estende anche su Trieste: "Perché  è diventata tutto a un tratto la capitale europea della protesta anti vaccini?". Le conclusioni sarebbero allarmanti e riguarderebbero possibili infiltrazioni di frange estreme e di stampo mafioso. Il porto di Trieste, infatti, è considerato da sempre strategico: proprio per questo al Friuli Venezia Giulia dovrebbero essere destinati, dal Pnrr, quasi due miliardi di euro di finanziamenti. Nel frattempo, scrive Bisignani, "i nostri Servizi di sicurezza monitorano il via vai a Trieste e Gorizia di russi e cinesi che, sotto la crescente pressione degli Stati Uniti di Biden, potrebbero avere interesse a tenere vivo nel cuore industriale dell’Europa un focolaio di protesta".

 

 

 

Trieste, quindi, non va sottovalutata anche perché "con il suo porto, primo per traffico di merci in Italia costituisce, uno snodo fondamentale sia dei traffici marittimi del Sud-Est del Mediterraneo con direttrici verso il Canale di Suez e il Mar Nero sia di quelli terrestri verso il Centro-Nord d’Europa con sbocco finale nel Mare del Nord e nel Baltico", sottolinea Bisignani. Che la città, poi, riproduca in miniatura il confronto tra cinesi e angloamericani, lo proverebbero diversi indizi: "Il primo: il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale è Zeno D'Agostino, il cui vero tallone d'Achille sono proprio le 'ombre cinesi' - spiega Luigi Bisignani -. Sua, infatti, la firma dell’accordo-chiave sulla Via della Seta".

 

 

 

Il secondo indizio, secondo Bisignani, è "la misteriosa morte di Liu Zhan, un alto funzionario dell’apparato cinese che ogni settimana faceva la spola tra la capitale e Trieste, seppellito al Verano dopo una cerimonia funebre alla presenza dell'ambasciatore cinese a Roma e di molti "colleghi" venuti appositamente dal Friuli-Venezia Giulia". Il terzo e ultimo indizio, infine, riguarderebbe le indagini della Polizia postale sulle forme di reclutamento che passano dal dark web. Infine non bisognerebbe dimenticare anche le visite dei diplomatici americani a Trieste.

 

 

 

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