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Covid party finisce in tragedia: "Birra a casa del positivo", come si riducono per il Green Pass

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In alcune zone d’Italia hanno preso piede i cosiddetti “Covid party”, organizzati da persone che si danno appuntamento a casa di un positivo con l’obiettivo di contagiarsi: in questo modo possono ottenere il Green Pass che permette loro di frequentare i luoghi pubblici e di lavoro senza dover fare il tampone ogni volta. Ovviamente sono tutti sicuri di non sviluppare la malattia, e puntualmente vengono disattesi.

 

 

Il Corriere del Veneto ha approfondito questo fenomeno, che va avanti ormai da mesi: delle persone si ritrovano a casa di un positivo per bere una birra, oppure in uno di quei locali dove sanno che non viene chiesto il Green Pass (e per questo, se beccati, rischiano anche di subire un’indagine per epidemia colposa) e non fanno altro che non rispettare le misure di sicurezza anti-Covid per qualche ora, così sono sicuri di contagiarsi. Poi però il loro piano può andar male, perché qualcuno sviluppa la malattia e finisce gli ospedali, dove puntualmente apre gli occhi (a meno che non è uno di quegli estremisti che pure in punto di morte negano la realtà).

 

 

“È stato un grave errore”, ha confessato un paziente di Renon in un’intervista rilasciata ad Andrea Pizzini, fotografo freelance che da mesi documenta quanto accade nelle terapie intensive di Bolzano e Merano. Non manca però anche chi lotta con medici e infermieri: “Uno mi ha detto che in realtà aveva la polmonite ma i medici gli dicono che è Covid solo per fargli cambiare idea e fare propaganda”.

 

 

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