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Strage in funivia, 14 morti? Il responsabile del Mottarone è già libero: dopo solo sei mesi...

Marco Bardesono
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Gabriele Tadini, il capo del servizio operativo della funivia Stresa-Mottarone, si era preso subito tutte le colpe, ammettendo le «responsabilità del suo ufficio» per il tragico incidente avvenuto sul Mottarone lo scorso 23 maggio e nel quale rimasero uccise 14 persone. A Stresa, Tadini lo descrivono come un omone brusco, approssimativo e frettoloso. Già dal primo interrogatorio, il giorno dopo la strage, di fronte alla procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, l'uomo aveva subito ammesso che l'incidente era avvenuto a causa «dei forchettoni che non erano stati azionati» su sue precise disposizioni, ma che la scelta era stata condivisa con gli altri manager della funivia. Poi, prima di tutti, aveva chiesto scusa alle famiglie delle vittime, e si era detto pronto a fare qualunque cosa per risarcirle. E alla fine, proprio per aver ammesso «precise responsabilità», il Gip non gli aveva revocato gli arresti domiciliari, mentre gli altri indagati, il proprietario della funivia Luigi Nerini e il responsabile dell'esercizio Enrico Perocchio, che avevano respinto le accuse, erano stati scarcerati.

 

 

 

TURNO

Ieri, però, è stata la volta di Tadini, rimesso in libertà dopo sei mesi dal suo arresto, per scadenza dei termini di custodia cautelare. Su richiesta della Procura, è stata la Gip di Verbania, Elena Ceriotti, a firmare il dispositivo. «Si tratta di un atto dovuto - ha commentato il suo legale, l'avvocato Marcello Perillo -. Per il mio assistito che è molto provato, si apre una nuova fase nella quale le perizie diranno se effettivamente abbia o meno avuto delle responsabilità sull'accaduto». Nel provvedimento, la giudice osserva anche che Tadini non ha mai commesso alcuna violazione dei limiti imposti dall'ordinanza cautelare, una sorta di buona condotta che allontana il sospetto del pericolo di fuga e dell'inquinamento delle prove. E se per lui ora, la prospettiva sarà quella di attendere le perizie, la conclusione delle indagini e un rinvio a giudizio praticamente scontato, si complicano, invece, le posizioni degli altri due indagati. Infatti, lo scorso 30 ottobre, il Tribunale del Riesame di Torino aveva accolto il ricorso della Procura di Verbania e disposto i domiciliari anche per Enrico Perocchio e Luigi Nerini, arrestati pochi giorni dopo l'incidente della funivia e oggi a piede libero. Ma la misura, almeno per il momento, non è esecutiva perché gli indagati possono ricorrere in Cassazione contro il provvedimento. «L'ipotesi fatta sin dall'inizio dall'accusa, ha trovato conferma. Il Riesame ha riconosciuto la validità della nostra impostazione», era stato il primo commento alla decisione della procuratrice Olimpia Bossi. Aveva deciso di ricorrere al Riesame perché, cinque mesi prima, la Gip Donatella Banci Buonamici, non aveva convalidato i fermi. Una decisione che aveva avuto pesanti strascichi, al punto che la giudice era stata poi sollevata dal caso e sostituita dalla collega Elena Ceriotti.

 

 

 

CHIAVE

Al Riesame, la procuratrice Bossi ha ribadito la richiesta di misura cautelare in carcere per Nerini e Perocchio e decisiva per la decisione del Tribunale della Libertà era stata la testimonianza di un ex dipendente della funivia, non più in servizio nei giorni dell'incidente. Una deposizione rimasta secretata sino a quando al Riesame si era iniziato a discutere il ricorso. «I problemi c'erano già nel 2019, sempre su quella cabina - aveva riferito il teste -, quella che per viaggiare senza bloccarsi doveva avere i freni di emergenza bloccati». Ma la valenza del super testimone non sarebbe tanto nelle sue parole (verbalizzate il 7 giugno), ma nelle registrazioni (quasi due ore di dialoghi) che aveva consegnato ai magistrati, e che risalgono al 2019. L'uomo aveva anche registrato ordini (impartiti dalla proprietà e della dirigenza della funivia) in cui gli veniva detto di ignorare alcune procedure e adempiere ad altre non regolari. Il lavoratore si era opposto, ricevendo, come risposta, pesanti minacce. 

 

 

 

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