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Bancomat, i "ladri del pin": attenzione alla posta, come ti svuotano il conto in una sola mossa

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Una truffa perfetta. Anzi, quasi perfetta: sgominata a Roma la "gang dei bancomat". Gli arrestati avevano messo a segno una quarantina di colpi nella Capitale e in altre zone d'Italia, tutti con lo stesso infallibile canovaccio: intercettavano e rubavano i nuovi bancomat spediti ai clienti, spiega il Tempo, telefonavano agli ignari proprietari fingendosi dipendenti dell'istituto di credito e convincendoli a farsi comunicare i codici pin della carta e poi prelevavano i soldi senza più alcun tipo di problema.

 

 

 

 

 

A scatenare le forze dell'ordine sulle tracce dei malviventi è stata una anziana signora romana di 75 anni residente nel quartiere Appio Nuovo, che nel lugno 2020 ha denunciato la truffa dopo essersi vista prelevare dal proprio conto la bella cifra di 12mila euro.

 

 

 

 



Lo step fondamentale della truffa riguarda il circuito postale. In qualche modo i ladri riuscivano a entrare in possesso delle lettere contenenti i nuovi bancomat destinate ai clienti. Buona parte di queste sarebbero state rubate nei compartimenti postali di Padova, ma risultano ammanchi anche da Bologna e Peschiera Borromeo. Secondo gli inquirenti le vittime della truffa potrebbero essere molte di più dei casi attualmente ricollegati alla banda.

 

 

 

 

"Tre le persone arrestate - spiega il quotidiano romano diretto da Franco Bechis - per ipotesi di reato che vanno dalla truffa aggravata in concorso, alla frode informatica e poi ricettazione, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento sottratte dal circuito postale".

 

 

 

 

 

Particolarmente elaborata la strategia dei ladri, che una volta entrati in possesso di carte e pin non si limitavano al prelievo consentito dal plafond, ma effettuavano bonifici tra i conti dello stesso istituto bancario, il cui iban era riportato sulla carta insieme al nome del correntista. Quei conti erano cosiddetti "di transito" e una volta spostato il denaro procedevano al prelievo di somme più ingenti.

 

 

 

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