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Covid, restrizioni a grappolo: ondata di declassamenti per il boom di contagi, le nuove regioni a rischio

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Le parole di Luca Zaia sono chiarissime: "Verosimilmente, se continuerà così, tutta Italia, o quasi, passerà al giallo nelle prossime settimane". Questa la previsione del governatore del Veneto, forse un pelino troppo "nera". Ma la verità è che il quadro pandemico si sta aggravando.

E così, secondo l'evoluzione e le proiezioni dell'andamento del Covid regione per regione, non tutti i territori rischiano nuove restrizioni. Il parametro decisivo per il primo scatto verso il giallo, lo si ricorda, è l'indice di incidenza, che oltre i 50 positivi ogni 100mila abitanti determina l'abbandono della zona bianca. E ancora, il dato sulle terapie intensive: non devono oltrepassare un tasso di occupazione superiore al 10% in area medica e del 15% in terapia intenisva. Ad oggi in giallo ci sono Friuli Venezia Giulia e da lunedì prossimo l'Alto Adige.

Il punto è che però, per Natale, molte regioni rischiano il declassamento: nel dettaglio Lombardia, Valle d’Aosta, Lazio, Veneto, Marche, Liguria e Calabria, dove il quadro sarebbe allarmante. In queste Regioni si registrano valori vicini al 10% dei ricoveri nelle terapie intensive o al 15% dei ricoveri ordinari. E, stando alle proiezioni, entro Natale dovrebbero scattare nuove restrizioni, nel "migliore" dei casi la zona gialla.

Potenzialmente, ad aggravare il quadro ci si mette anche la variante Omicron, oltre ovviamente allo zoccolo duro dei no-vax. Si ricorda che in zona gialla torna l'obbligo di mascherina all'aperto e per i non vaccinati, così come stabilito con l'inserimento del Super green pass, l'impossibilità di sedersi al tavolo di ristorante in un numero maggiore a quattro persone. Ad oggi, per le regioni menzionate, viene esclusa la possibilità di un passaggio all'arancione prima delle feste.

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