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Greta Beccaglia, le donne che difendono il tifoso palpeggiatore. Doccia gelata sulla giornalista molestata

Serenella Bettin
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E però adesso basta, dài. Che una pacca certamente sconveniente diventi però un affare di Stato, anche no. Con il cosiddetto "popolo del web", e con lui politici e giornalisti, a scandalizzarsi e discettare di manate e violenze sessuali, magari facendole coincidere. Un atto certo becero e rozzo, addirittura vigliacco se non consentito, quella manata sul posteriore rifilata alla giornalista di Toscana Tv Greta Beccaglia da Andrea Serrani, il 45 enne marchigiano, titolare di un ristorante, marito, padre di una bimba di sei anni, fuori dallo stadio di Empoli. Ma ora lui, dopo la violentissima gogna mediatica, rischia la condanna per l'appunto per violenza sessuale. E non a tutti pare un'imputazione equilibrata. In effetti, su Serrani si è riversata la stessa quantità di odio riservata agli stupratori veri. E in questo unanime berciare contro di lui, assume valenza particolare l'iniziativa che si svolgerà lunedì 6 dicembre, nel ristorante dello stesso Andrea, il "Ranocchiaro" di Chiaravalle (Ancona): una cena a cui parteciperà una settantina di donne, voluta da quelle che Andrea lo conoscono veramente. Tra queste c'è Silvia Bolognini. «Lo stanno massacrando- dice lei, portavoce di tutte - e non lo merita». Soprattutto, in prima fila a difendere lo zio c'è la nipote.

 

 

 

Noi di Libero l'abbiamo raggiunta al telefono. «Okay, sono d'accordo che il gesto che ha fatto mio zio è del tutto sbagliato - ci dice -. Ma non condivido tutto quello che si sta muovendo intorno. Non mettiamo le foto e non scriviamo i nomi di quelli che veramente violentano le donne, e invece in questo caso... Un molestatore lo fa con intenzione malvagia, perlomeno aggressiva: mio zio l'ha fatto così, la sua intenzione non era cattiva. Lui è una persona che aiuta sempre tutti, sia a casa che al lavoro. Non ha mai toccato nessuno nemmeno con un dito. Lo conosco bene perché è come se fosse mio padre, vivo praticamente con loro. E sono sempre stata al suo fianco». Sara Serrani ha 23 anni, si è laureata col 110 e lode. Sotto la sua foto di laurea postata su Facebook, che la ritrae proprio con lo zio, si è vista comparire una serie di improperi, di quelli che condannano le mani sul sedere ma non se le tagliano quando devono scrivere certi commenti. «Povera ragazza, leva sta foto. Io mi vergognerei se fossi in lei», scrive tal Antonio. «Come regalo l'hai palpata?», ironizza Francesco. «Va bene se le tocco il culo davanti alla commissione?», aggiunge qualcun altro. Gente che le augura di essere a sua volta palpata.

 

 

 

Andrea Serrani, per quel suo improvvido palpeggiamento, si è scusato. In sua solidarietà è nato un gruppo che a ieri contava 1163 membri: "Le amiche e gli amici di Andrea". «Questo gruppo nasce- scrive l'amministratore Francesco Tosto - perché siamo gli amici e le amiche di Andrea Serrani, contrari a ogni forma di violenza sia nei confronti delle donne, dei bambini, degli uomini e anche degli animali. Siamo solidali con la giornalista che ha subito ingiustificate umiliazioni da parte delle persone che uscivano dallo stadio e che il gesto di Andrea, compiuto stupidamente, può aver recato offesa alla stessa. Ma, in egual misura, siamo contrari e inorriditi dalla gogna mediatica che si è costruita. Oggi stiamo vedendo la distruzione della vita di un uomo che sta provando un rimorso immane. Noi che conosciamo veramente Andrea possiamo dire che è stato superficiale ma non un mostro. Ha agito di impulso, inconsapevole di ciò che avrebbe provocato ma sicuramente non con l'intento di offendere, umiliare o violentare una donna». Intanto Greta Beccaglia, che sta ricevendo messaggi molto tristi e che vuole tornare alla normalità, ha detto di non dormire la notte e che vuole essere «ricordata come la ragazza che, se un giorno arriverà al suo obiettivo lavorativo, lo avrà raggiunto per la sua professionalità» e non per quello che le è successo. 

 

 

 

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