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Covid, Massimo Galli e gli "atleti col tubo in gola". Chi si sta ammalando gravemente: si torna al 2020?

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Covid, è ricominciata l'emergenza. A ricordarlo è Massimo Galli, che in collegamento con Agorà su Rai3 ha sottolineato come la situazione sia critica e i rischi per la salute non riguardino solo i cittadini più esposti, vale a dire i fragili (per età, patologie pregresse o problemi di scarso effetto della vaccinazione) e quelli non vaccinati, ma anche chi è stato immunizzato con doppia dose. 

 

 

 



Anche chi sta bene, infatti, rischia di finire in terapia intensiva. "Finisce con un tubo in gola anche chi non ha altre malattie - ammonisce il primario dell'ospedale Sacco di Milano, considerato il capofila dei "virologi pessimisti" fin dal marzo 2020, a inizio pandemia -, ma per i più vari fattori si è più suscettibili all'infezione che in loro fa una strada peggiore. Non siamo tutti uguali di fronte alla malattia, questo virus si comporta nelle persone come accidenti gli pare. Anche chi sta bene, veri atleti, li abbiamo visti con un tubo in gola. Vaccinarsi è fondamentale".

 

 



Significativa l'immagine degli "atleti con il tubo in gola", violentissima e impressionante. Con la mente rimanda tutti al caso di Mattia, il famoso paziente 0 di Codogno, il primo a cui fu diagnosticato il Covid nel febbraio di un anno fa e considerato per convenzione "l'inizio della pandemia" in Italia. Atletico, sano, in forma, eppure colpito dal virus in maniera violentissima, tanto da tenerlo sul filo della morte per decine di giorni. All'epoca, certo, non c'era il vaccino. Ma oggi non si deve commettere un altro errore letale: quello di sottovalutare il virus. 

 

 

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