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Vladimir Putin minaccia l'Italia: "Avete tempo fino a 31 marzo". Quali opere rivuole in Russia , oppure...

Luca Beatrice
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In fondo c'era da aspettarselo, dopo le insistenti voci di boicottaggio alle lezioni su Dostoevskji, alle dimissioni e cacciate da teatri, enti lirici, insomma ai niet occidentali verso tutto ciò che proviene dalla cultura russa, adesso sono loro a non volerne più sapere. Da quando l'Italia è stata definita "paese ostile" si interrompono di colpo le formule di collaborazione tra musei e istituzioni che chiedono e ottengono prestiti in nome della libera circolazione di opere d'arte. O almeno fino a ieri, fino a quando non sono giunte sui tavoli delle direzioni di Palazzo Reale e di Gallerie d'Italia, il gioiello di Intesa San Paolo, spazi che a Milano fanno sempre il pieno di pubblico, le lettere del ministero russo con la richiesta di restituzione entro la fine del corrente mese dei dipinti avuti in prestito da l'Ermitage di San Pietroburgo, il Puskin e il Museo di Stato Russo di Mosca.

 

 

GRAND TOUR - Danno relativo per Grand Tour in piazza Scala, che chiuderà il 27 marzo, mostra molto bella e di gran successo, che scelse proprio come immagine guida l'opera di Giulio Carlini, La famiglia Tolstoj a Venezia, di proprietà Ermitage, insieme a una ventina di prestiti dalla Russia. Un viaggio ora decisamente improbabile per l'autore di Anna Karenina. Ben più grave la situazione al Palazzo Reale, dove è stata inaugurata appena due settimane fa Tiziano e l'immagine della donna nel Cinquecento veneziano che ospita anche la Giovane donna con cappello piumato considerato un quadro di eccezionale valore. Rinunciarvi sarebbe un peccato, insomma. Oltre la cronaca, resta da capire il significato del gesto in prospettiva.

 

 

Filtrano voci che i ministri della cultura nei rispettivi Paesi si stiano parlando per tentare di trovare una diversa soluzione, ma di fatto un accordo è improbabile, considerando lo scenario attuale. Volendo guardare al futuro, tante le domande che si addensano: cosa succederà dei progetti che stavano sviluppando i direttori di museo e i curatori di mostre internazionali? Si troverà il modo di costruire un corridoio culturale per consentire di non escludere dal confronto lo straordinario patrimonio russo e la sua inventiva nel contemporaneo, oppure la cultura stessa verrà congelata e sacrificata sull'altare della politica e di chi la governa?

 

 

DISCRIMINAZIONI - Le risposte evidentemente non sono semplici. Ci sono opinioni, comunque rispettabili, molte remano nella stessa direzione, qualcuna eccepisce. Non sono tra quelli che hanno compiuto, in pochi giorni, la mutazione genetica da virologo a esperto in tattiche militari, però sono infastidito da qualsiasi discriminazione culturale che si regge sul fattore etnico. Russo uguale colpevole, proprio no. Ricordiamoci piuttosto che nel 1977 la Biennale di Venezia a guida socialista, e contro i vertici inferociti del Pci, ospitò gli artisti sovietici del dissenso. Almeno noi liberali dobbiamo imparare a distinguere, altrimenti perché stupirsi dell'affronto di queste ore, manco non fossimo capaci di conservare con cura le opere altrui, che al momento qui stanno al sicuro. Ecco, provate a convincerli così i funzionari pubblici del regime putiniano: te le teniamo noi, almeno non rischiano l'oltraggio e la distruzione. Appena la smetterete, ve le rimanderemo subito.

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